“I nostri colleghi umanitari sono allarmati per l’escalation del conflitto nel nord dell’Etiopia. Ci sono state segnalazioni di attacchi missilistici nella regione di Amhara, così come in Eritrea. Oltre a un attacco aereo nelle vicinanze di Mekelle, la città principale nella regione del Tigray”. Lo ha detto il portavoce dell’Onu, Stephane Dujarric.
“Secondo rapporti non confermati – ha precisato – c’è un massiccio spostamento interno dal Tigray occidentale a quello settentrionale. Finora più di 25.000 etiopi sono entrati in Sudan”. Inoltre, “siamo ugualmente allarmati dalla crescente insicurezza nella provincia occidentale e meridionale dell’Oromia, così come nella regione orientale di Benishangul Gumuz”.
“La protezione dei civili e l’adesione al diritto internazionale umanitario devono essere applicate come priorità da tutte le parti”, ha concluso, chiedendo “l’accesso umanitario e la ripresa delle telecomunicazioni e delle forniture di base, compresi cibo, medicine e carburante nella regione del tigray”.
Il primo ministro etiope, Abiy Ahmed, ha detto via Twitter che l’Etiopia è pronta ad “accogliere e reintegrare” migliaia di cittadini in fuga dallo stato regionale dei Tigrè, dove i soldati del governo federale combattono da quasi due settimane contro quelli del governo locale. Abiy ha promesso di “proteggere i loro averi” e di “garantire la loro pace al ritorno”.