Identificati la coordinatrice australiana, il cuoco polacco e l’autista palestinese, uccisi nel raid di Israele a Gaza di lunedì. Altre tre vittime britanniche, una con doppio passaporto di Usa e Canada. L’esercito israeliano parla di “tragico incidente” e annuncia indagini approfondite
Sei operatori umanitari e un autista di World central kitchen (Wck), che insieme alla spagnola Open arms sta operando a Gaza per portare i carichi di aiuti via mare da Cipro, sono morti in un raid israeliano lunedì su Deir al Balah, nel centro della Striscia.
Lo ha denunciato la stessa ong fondata dallo chef spagnolo Josè Andres in una nota, nella quale si dice “devastata nel confermare che sette membri del nostro team sono stati uccisi in un raid dell’Idf”, annunciando la sospensione delle operazioni nell’area.
Due delle vittime erano britanniche e il ministero degli Esteri di Londra sta indagando la possibilità che ve ne sia una terza. Le altre vittime erano di nazionalità australiana, polacca e con doppia cittadinanza americana e canadese, oltre all’autista palestinese del mezzo sui cui viaggiavano, Saif Essam Abu Tala.
La vittima australiana è Lalzawmi Frankcom, 43 anni, originaria di Melbourne. Quella polacca è stata identificata come Damian Sobol, un cuoco di 36 anni, da parte del sindaco di Przemysl, la cittadina nel sudest della Polonia da cui proveniva.
Cooperanti morti a Gaza: “Un attacco imperdonabile alle ong” per Wck
Gli operatori sono stati centrati da un missile israeliano mentre viaggiavano verso sud su un convoglio di tre macchine.
L’amministratore delegato di Wck, Erin Gore, ha dichiarato che il gruppo è stato colpito “nonostante il coordinamento dei movimenti con l’Idf” (l’Esercito israeliano), mentre lasciava il magazzino di Deir al Balah, dove aveva scaricato più di 100 tonnellate di aiuti umanitari, parte dei 400 arrivati poche ore prima via nave da Cipro.
“Questo non è solo un attacco contro la Wck, è un attacco alle organizzazioni umanitarie che si presentano nelle situazioni più terribili, dove il cibo viene usato come arma di guerra. È imperdonabile”, ha detto Gore.
Una nave in transito verso Gaza con 240 tonnellate di aiuti ha avuto ordine di rientrare a Cipro, ha riferito il ministero degli Esteri cipriota, Constantinos Kombos.
Israele: raid su Wck un “tragico errore”, ospedale di Gaza city ormai distrutto
L’esercito israeliano ha fatto sapere di aver avviato una “indagine approfondita” per chiarire cosa sia accaduto. Benjamin Netanyahu ha ammesso l’errore parlando di “tragico incidente”.
“Faremo di tutto per garantire che ciò non accada più”, ha detto il primo ministro di Israele.
La Spagna ha chiesto chiarimenti sulla tragedia, per bocca del premier Pedro Sanchez, in visita a un campo profughi palestinese in Giordania.
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha supportato la richiesta: “È necessario fermare il massacro di civili innocenti e operatori umanitari” ha scritto Michel su X.
La Ue ha chiesto anche l’immediata applicazione della risoluzione per un cessate il fuoco immediato a Gaza approvata la scorsa settimana dal Consiglio di Sicurezza Onu.
L’attacco è arrivato poche ore dopo che le truppe israeliane avevano concluso un’operazione miltare di due settimane contro l’ospedale al Shifa di Gaza City, il più grande della Striscia, lasciando la struttura in gran parte sventrata e inutilizzabile, oltre a una scia di distruzione nei quartieri circostanti.
Lunedì sono morte altre decine di persone nei bombardamenti israeliani sulla Striscia. Un giornalista di Associated press ha dato conto di sei corpi, tra cui tre bambini, portati all’ospedale al Najjar dopo un attacco su Rafah.
Il bilancio delle ultime 24 ore è di 71 vittime e un centinaio di feriti, secondo le autorità locali, che hanno aggiornato le statistiche di questa guerra a Gaza a quasi 33mila morti e oltre 75 mila feriti, oltre a circa 8mila dispersi sotto le macerie.
Terzo giorno consecutivo di proteste in Israele
Lunedì migliaia di israeliani sono scesi in piazza per la terza notte consecutiva per chiedere a Benjamin Netanyahu di dimettersi. Diversi manifestanti, riuniti nella capitale e fuori dal Parlamento a Gerusalemme, hanno dichiarato all’Agence France presse che il premier deve andarsene “per salvare Israele”.
Durante il weekend le proteste di massa, che uniscono le famiglie degli ostaggi di Hamas al movimento di strada antigovernativo che già l’anno scorso ha organizzato enormi manifestazioni contro Netanyahu e la controversa riforma della giustizia, hanno paralizzato Gerusalemme e Tel Aviv.
Washington e Tel Aviv a colloquio per discutere dell’offensiva su Rafah
Lunedì alti funzionari statunitensi e israeliani hanno tenuto colloqui virtuali per discutere delle strategie alternative proposte da Washington al previsto assalto di terra israeliano sulla città più meridionale di Gaza, Rafah, dove si rifugiano più di 1,3 milioni di civili sfollati.
L’incontro è stato descritto da entrambe le parti come costruttivo e produttivo.
“Condividiamo l’obiettivo di vedere Hamas sconfitto a Rafah”, ha dichiarato il gruppo di lavoro, noto come gruppo consultivo strategico (Scg), in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca.
Gli Stati Uniti hanno espresso le loro preoccupazioni riguardo a diverse linee d’azione a Rafah e la parte israeliana ha accettato di prendere in considerazione tali preoccupazioni e di tenere ulteriori discussioni tra gli esperti supervisionate dall’Scg.
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