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La Roma a lezione di tedesco

Dopo la pausa per gli incontri delle Nazionali, che hanno qualificato gli Azzurrini di Gigi Di Biagio alla fase finale degli Europei under 21 che si disputerà l’estate prossima in Repubblica Ceca e hanno visto la doppia vittoria dell’Italia di Conte con i modesti ma tenaci avversari di Azerbaigian e Malta, la Roma di Rudi Garcia grazie al 3 a 0 sul Chievo (costato la panchina a Corini) ha riavvicinato in classifica (-1) la Juventus di Massimiliano Allegri la quale non è andata oltre l’1 a 1 in casa del Sassuolo, che con il romano Luca Antei in campo non perde mai. Così i calorosi e fin troppo entusiasti supporters romanisti si erano avvicinati al prestigioso incontro casalingo di Champions League contro il Bayern di Monaco, con la convinzione di aver superato sul campo i veleni e le polemiche del furto subito a Torino e pronti per una nuova battaglia calcistica.

Ma se in patria le due più agguerrite e attrezzate rivali se le danno sempre di santa ragione, fuori dai confini nazionali al cospetto delle big d’Europa si torna ad essere agnellini destinati all’inevitabile sacrificio per la soddisfazione del bisogno dei più forti. Peccato però, che invece di predicare umiltà come fatto dal condottiero Pep Guardiola di fronte ai giallorossi, a sentir parlare sulle radio romane per l’intera giornata di ieri si discuteva più sullo scarto del punteggio che sul pronostico finale: come a dire, la Roma è la favorita del girone dopo la bella prestazione di Manchester ed il Bayern firmerebbe in anticipo per strappare un punto all’Olimpico. Come al solito, al momento di fare il salto di qualità tecnico e di mentalità nella Capitale, arriva la dura legge del campo a ridimensionare l’intera piazza.

E’ andata così e non poteva andare diversamente: dopo il 7 a 1 di Manchester e come il Brasile nella semifinale mondiale, i tedeschi hanno dimostrato la loro evidente superiorità: è la peggior sconfitta casalinga di una squadra italiana nelle coppe europee. Questa sera toccherà alla Juve difendere i nostri colori nella bolgia dello stadio “Karaiskákis” contro i greci dell’Olympiakos di Pireo. Mentre in Europa Michel Platini avverte gli juventini che oramai i più giovani non sanno chi siete, qui da noi soltanto in questi ultimi giorni grazie al calcio giocato si è affievolita l’interminabile sfida tra Roma e Juventus: dalle dichiarazioni del portiere De Sanctis (per loro conta vincere, non importa in che modo) a quelle di Capello e del Trap (giù le mani dalla Juve), da Garcia che parla di vergogna a Torino fino all’arbitro Rocchi che ammette di aver mal gestito il rigore di Maicon, confermando la mia interpretazione dei fatti.

A mezzogiorno di ieri ero a Trigoria a vedere la partita di Youth League tra i giovani della Roma di Alberto De Rossi e quelli del Bayern di Vogel, con in campo il giovane talento tedesco Gianluca Gaudino (classe 96) nipote di emigranti campani e figlio di quel Maurizio che dopo la finale di andata della Coppa UEFA del 1989 (vinta dal Napoli di Maradona in rimonta dopo il vantaggio iniziale dello stesso Gaudino) rispose ad un giornalista italiano parlando in stretto dialetto napoletano. Gioca in mezzo al campo con una leggerezza e semplicità che lo fanno apparire persino lento e compassato come tutta la squadra bavarese, ma è forte davvero e lo dimostrerà ancora. La Roma ha vinto grazie ad una rete in avvio di Matteo Adamo, un altro giovane di cui sentiremo certamente parlare, che dopo aver scartato il gigante piccolo “Hundertmark” (un altro tipetto alla “Neuer” con tutte le riserve del caso) ha messo in rete il pallone della vittoria.

Anche altri italiani meriterebbero menzione, ma ne risentiremo parlare tra tanto: una delle differenze tra noi e loro, pur avendoli battuti, è che probabilmente vedremo girovagare per l’Italia i giovani e talentuosi Calabresi, Pellegrini e Adamo fino a loro degna raggiunta destinazione, mentre a breve qualcuno di loro sarà già protagonista in Bundesliga. Del resto, il croato Jedvaj, difensore del Bayer Leverkusen in prestito dalla stessa Roma, non era ancora pronto per noi ma è titolare in Germania ed è in grado di giocare la Champions con i tedeschi. Tornando a Trigoria, a metà gara è arrivato un monito per bocca di un pittoresco tifoso romanista, che cantava l’inno quando pure l’altoparlante era spento: “Garcia, impara da De Rossi come si batte il Bayern”. Tutti hanno riso ma nessuno ci ha creduto. E’ questa la piazza di Roma, che dopo pochi minuti dalla lezione di tedesco già canta con la squadra sotto la Sud: “Vinceremo il tricolor”.

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