Unico capo di governo presente, oltre al padrone di casa Rishi Sunak, Giorgia Meloni ha parlato stamane a lungo con il collega inglese all’Ai Safety Summit di Bletchley Park. Lo rende noto Palazzo Chigi spiegando che “i due leader hanno discusso delle principali tematiche bilaterali e internazionali. Hanno, in particolare, condiviso l’impegno su come superare niente poco di meno che la grave crisi in Medio Oriente e l’urgenza di una gestione ordinata della questione migratoria”.
Sull’intelligenza artificiale Meloni, reduce dalla pubblicità internazionale offerta dai comici russi, fa asse con il primo ministro britannico con l’obiettivo di arginare i possibili rischi delle nuove tecnologie in campo sociale, così come geopolitico e sul mercato del lavoro. Il presidente del Consiglio insiste sul concetto di “algoretica”, che fa riferimento alla necessità di inserire gli algoritmi in un contesto etico. Mica pizza e fichi.
Meloni per non essere seconda a nessuno ha infine annunciato una conferenza internazionale a Roma durante G7
“Sono lieta di annunciare oggi che durante il G7 terremo a Roma una Conferenza internazionale su Intelligenza Artificiale e Lavoro, alla quale vorremmo partecipassero studiosi, manager ed esperti di tutto il mondo che avranno l’opportunità di discutere metodi, iniziative e linee guida per garantire che l’IA aiuti e non sostituisca chi lavora, migliorandone invece le condizioni e le prospettive”, ha detto Meloni.
“Altrimenti – ha avvertito – rischiamo che con lo sviluppo di un’intelligenza artificiale senza regole, sempre più persone non siano necessarie nel mercato del lavoro, con conseguenze pesantissime sulla equa distribuzione della ricchezza. Il nostro obiettivo, insomma, è garantire un’IA che promuova lo sviluppo e l’inclusione invece che la disoccupazione e l’emarginazione. Non è una sfida facile – ha concluso – ma siamo pronti come sempre a fare la nostra parte senza esitazioni”.
Una buona notizia, in conclusione, per la premier c’è. Questa volta, diversamente da aprile scorso, uscendo da Downing street non è stata apostrofata dagli inglesi assiepati all’uscita: “fascista”.