Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU non è riuscito l’11 aprile a raggiungere un consenso sull’iniziativa palestinese per ottenere la piena adesione alle Nazioni Unite, nonostante il sostegno di due terzi dei membri del comitato incaricato di accogliere i nuovi membri nel Consiglio.
Il Dipartimento di Stato americano ha affermato che Antony Blinken ha parlato con la sua controparte cinese e altri ministri degli Esteri per cercare di influenzare l’Iran per dissuaderlo dall’attaccare Israele. Quella del 12 aprile è un’altra serata impegnativa per il Ministro degli Esteri iraniano, che ha parlato, tra gli altri, con il Ministro degli Esteri britannico Cameron e con il Ministro degli Esteri australiano Wong. Poi ha parlato anche con il ministro degli Esteri turco Fidan. L’Iran potrebbe rifiutarsi di rispondere all’attacco di Israele al consolato iraniano se il Consiglio di Sicurezza dell’ONU condannasse le azioni delle autorità israeliane – fonte Missione dell’Iran all’ONU – il ministro degli Esteri iraniano ha comunque respinto ogni tentativo di mediazione e afferma che i paesi “avrebbero dovuto condannare l’aggressione israeliana quando ne avevano avuto la possibilità” e che la punizione era assolutamente necessaria.
L’amministrazione Biden si aspetta che l’Iran risponda a Israele nei prossimi giorni, a partire da questo fine settimana.
Temendo attacchi iraniani, l’ambasciata americana in Israele ha ordinato ai suoi dipendenti in Israele e alle loro famiglie di non lasciare le aree di Tel Aviv, Gerusalemme e Beersheba per viaggi personali. Francia, India e Regno Unito hanno chiesto ai propri cittadini di rientrare nei paesi di origine per l’innalzamento della tensione tra Iran e Israele.
Secondo il Washington Post: “Il Segretario alla Difesa americano e altri funzionari del Pentagono hanno espresso disappunto per il fatto che Israele non abbia informato in anticipo gli Stati Uniti dell’attacco al consolato iraniano a Damasco il 1° aprile”. La frustrazione è stata espressa al ministro della Difesa Yoav Gallant in una conversazione telefonica due giorni dopo l’attacco. Il Pentagono ritiene che Israele avrebbe dovuto informarli in anticipo, il che avrebbe garantito che i sistemi di difesa delle forze statunitensi nella regione fossero migliorati e che le navi da guerra fossero pronte ad intercettare le minacce che avrebbero potuto essere dirette contro Israele e le forze militari statunitensi. Il Pentagono afferma che il fatto di non essere stato informato in anticipo dell’attacco aumenta il rischio per le truppe americane presenti nella zona.
Sempre in tema di minaccia a Israele da parte dell’Iran il Kuwait e il Qatar avrebbero apparentemente notificato agli Stati Uniti che le loro basi non potranno essere utilizzate per attacchi contro l’Iran. Secondo Reuters, l’intero Medio Oriente è ormai pronto per un attacco da parte dell’Iran. Gli stessi funzionari iraniani hanno rilasciato dichiarazioni minacciose: “Dopo la nostra risposta al nemico, sulla mappa non ci sarà più nessuno stato chiamato Israele”.
“Le agenzie di intelligence stanno monitorando due navi appartenenti alla Marina dell’IRGC nel Golfo Persico e nel Mar Rosso, che hanno la capacità di lanciare missili da crociera e UAV” – Sky News Arabia.
L’aeronautica israeliana ha condotto esercitazioni congiunte con Cipro per simulare un attacco all’Iran. L’esercitazione prevedeva esercitazioni a lungo raggio e un attacco a un obiettivo distante in coordinamento con la Guardia nazionale cipriota e l’esercito americano.
La Marina americana sposta la portaerei CVN 69 Dwight D. Eisenhower più vicino a Israele, probabilmente per intercettare i missili iraniani.
Il senatore Marco Rubio, che è anche membro della commissione intelligence del Senato, ha detto che l’Iran intende lanciare un “attacco su vasta scala contro Israele dal proprio territorio” e che Israele risponderà con un attacco ancora più grande sul territorio iraniano.
Per il primo ministro britannico Rishi Sunak: “Le minacce dell’Iran sono inaccettabili e noi, come gli americani, sosteniamo pienamente il diritto di Israele di difendersi da esse”.
A frenare le dichiarazioni di una escalation le parole dell’agenzia di stampa israeliana Ynet: “L’Iran ha rinviato il suo attacco contro Israele all’ultimo minuto. Tuttavia, un attacco è ancora possibile.”
Dal lato milizie si apprende che risorse turche riferiscono che alle brigate specializzate nel combattimento urbano delle Forze di mobilitazione popolare irachene è stato ordinato di prepararsi ad attaccare le basi statunitensi in Siria e Iraq se “gli Stati Uniti commettessero un errore”.
Ynet afferma che l’IDF e il Mossad hanno approvato un piano per attaccare l’Iran. Il primo Ministro israeliano Netanyahu terrà consultazioni sulla sicurezza con i ministri della Difesa Galant e l’ex ministro della Difesa Gantz, nonché con alti funzionari della sicurezza sulla minaccia iraniana e sulle tensioni regionali.
Nella giornata del 12 aprile il canale israeliano 14 ha dichiarato: “Gli Stati Uniti hanno schierato una nave missilistica con elevate capacità difensive e di intercettazione vicino alla costa di Israele”.
Hamas ritorna a parlare di negoziati e afferma che la chiave per qualsiasi accordo si basa su un cessate il fuoco permanente. Il portavoce del Movimento di resistenza islamica Hamas, Abdul Latif Al-Qanou, ha confermato che “la chiave per qualsiasi accordo con l’entità nemica sionista si basa su un cessate il fuoco permanente”.
Dallo Yemen il Corrispondente di Al-Masirah a Saada informa di rinnovati bombardamenti di artiglieria da parte saudita sulla zona di Al-Sheikh nel distretto di confine di Munabbih. Il Quotidiano francese Le Figaro informa chela fregata Alsazia (FREMM) si ritira dal Mar Rosso per l’elevato rischio di attacco Houthi. Nel Mar rosso nella notte tra l’11 e il 12 aprile si registra un nuovo attacco yemenita alle forze americane
L’esercito americano ha affermato di aver intercettato un missile balistico antinave lanciato da un’area controllata dal gruppo Ansar Allah (Houthi) nello Yemen. Ciò è avvenuto il giorno dopo che le forze americane avevano annunciato l’abbattimento di 11 droni nel Golfo di Aden, ritenendo che questi droni rappresentassero “una minaccia imminente per le navi americane, la coalizione e le navi commerciali nella regione”.
Puoi effettuare una donazione una tantum, mensile o annuale, utilizzando PayPal.