I batteri che di solito sono responsabili dai disturbi di stomaco e che sono legati ai frutti di mare possono rimanere dormienti e poi “svegliarsi” e causare la gastroenterite. A dirlo è uno studio dell’Università di Exeter che ha analizzato il comportamento del Vibrio parahaemolyticus, un batterio marino che può causare gastroenterite nell’uomo se consumato in crostacei crudi o poco cotti come ostriche e cozze. Secondo lo studio, pubblicato su Plos Pathogens, quando si trovano in condizioni sfavorevoli (come quelle dettate dal freddo), possono restare “dormienti” e possono rimanere in quello stato di ibernazione per lunghi periodi prima di rianimarsi. Gli studiosi hanno hanno identificato una popolazione di queste cellule dormienti che sono più brave a svegliarsi e hanno scoperto un enzima coinvolto in quel processo di risveglio. Per Sariqa Wagley, ricercatore che ha condotto l’analisi, “questa popolazione ha una migliore capacità di rianimarsi quando le condizioni migliorano”. I risultati potrebbero avere implicazioni per la sicurezza dei frutti di mare, poiché le cellule dormienti non sono rilevabili utilizzando test di screening microbiologici di routine e la vera carica batterica (cioè la quantità di batteri) potrebbe essere sottostimata. Il gruppo di lavoro ha identificato un enzima lattato deidrogenasi che scompone l’acido lattico in piruvato, un componente chiave di diverse vie metaboliche.
Proprio la lattato deidrogenasi sarebbe essenziale sia per mantenere la dormienza batterica che per la rianimazione in una forma attiva.