Diritti

Sudan, MSF: “Tre milioni di persone senza accesso all’assistenza medica nello stato di Khartoum”

In Sudan, nello Stato di Khartoum, la popolazione ha sempre meno accesso all’assistenza sanitaria. Sono pochissime le strutture mediche funzionanti e 3 milioni di persone rimangono senza cure mediche salvavita. Tuttavia, per la prima volta dopo più di 90 giorni, è stato concesso un numero limitato di permessi di viaggio per consentire l’ingresso del personale umanitario alle aree controllate dalle Forze di Supporto Rapido (RSF). Medici Senza Frontiere (MSF), che in Sudan ha diversi progetti attivi per supportare la popolazione colpita dal conflitto, chiede alle autorità sudanesi di garantire l’ingresso del personale umanitario e la revoca a lungo termine di queste restrizioni al fine di evitare ulteriori perdite di vite umane.

“Nonostante in molti siano fuggiti da Khartoum a seguito dei combattimenti, molte persone non sono riuscite a fuggire a causa di vulnerabilità o dell’insicurezza e ora hanno enormi difficoltà ad accedere alle cure mediche” dichiara Jean-Guy Vataux, capomissione di MSF in Sudan.

A Khartoum, solo pochissimi ospedali sono attualmente operativi e il prezzo dei medicinali essenziali continua a salire. Al Turkish Hospital le équipe di MSF ricevono oltre 100 pazienti al giorno, per lo più bambini e donne incinte. Molti arrivano in condizioni gravi e con malattie allo stadio avanzato, rischiando la vita anche per raggiungere l’ospedale. Spesso arrivano a piedi dopo aver camminato per chilometri e aver attraversato le linee del fronte, poiché non esiste un servizio di ambulanze e ci sono pochissimi mezzi di trasporto disponibili.

“Una bambina di quattro anni è stata portata al nostro pronto soccorso dopo essere stata colpita all’addome da un proiettile vagante entrato in casa sua” afferma Vataux di MSF. “La madre l’ha portata in altri tre ospedali prima che potesse finalmente ricevere un trattamento chirurgico al Turkish Hospital. Abbiamo avuto anche un altro caso tragico: quattro bambini stavano giocando con un razzo inesploso. Non avevano idea che si trattasse di un oggetto pericoloso finché non è esploso tra le loro mani. Sono stati portati d’urgenza in ospedale e per due di loro è stato necessario un intervento chirurgico addominale urgente”.

All’Umdawanban Hospital manca l’ossitocina, essenziale per molte donne durante il travaglio, ma anche altri farmaci come l’insulina, essenziale per i bambini diabetici che spesso arrivano all’ospedale in gravi condizioni. “Prima che MSF iniziasse le attività qui, i bambini a Umdawanban non avevano accesso alle cure pediatriche e quindi non avevano alcuna possibilità di sopravvivere. Oggi vediamo meno vittime tra i bambini, ma ora la nostra équipe medica è ridotta al minimo indispensabile all’interno dell’ospedale. Madri e figli sono a rischio, soprattutto quando soffrono di patologie croniche come ipertensione, problemi alla tiroide o epilessia che richiedono farmaci difficili da trovare sia per MSF che per il Ministero della salute” continua Vataux di MSF.

Diverse équipe di MSF, per mantenere i servizi attivi, si trovano ad affrontare gravi sfide, in gran parte a causa delle restrizioni amministrative sui permessi di viaggio del personale.

“Il nostro team ha gestito oltre 6.100 visite al pronto soccorso negli ultimi sei mesi. Questo è uno dei pochi ospedali ancora funzionanti nello stato di Khartoum ed è un’ancora di salvezza per molti ma stiamo iniziando ad esaurire le forniture essenziali. Ad esempio, le scorte di guanti e di antisettici per la pulizia delle ferite sono così scarse che fornire anche l’assistenza medica di base sta diventando una sfida” dichiara Slaymen Ammar, coordinatore medico di MSF al Bashair Teaching Hospital, nel sud di Khartoum. “Ricordo un bambino di un anno rimasto ferito da un’esplosione di una bomba che ha ucciso il padre. Era in condizioni critiche ma ci ha sorpreso tutti quando si è ripreso dopo due mesi di cure nel reparto traumatologico. Quando è stato dimesso, sua madre non aveva nessun posto dove andare e ha trascorso tre giorni cercando di trovare un mezzo di trasporto per uscire da Khartoum e raggiungere i suoi parenti in Darfur”.

“Mentre i nostri team continuano ad assistere a un enorme afflusso di feriti, le restrizioni alla circolazione del personale medico essenziale e di altro personale umanitario a Khartoum per molti mesi hanno impedito alle persone di ricevere cure salvavita per le ferite e cure per malattie del tutto prevenibili” conclude Vataux di MSF. “I bisogni medici a Khartoum sono aumentati dopo la violenza che ha colpito lo stato di Jazirah a metà dicembre. Ciò ha portato alla chiusura di molte strutture sanitarie a Wad Madani e al ritorno a Khartoum di molte persone. Sebbene a MSF sia appena stato concesso il permesso di tornare a Wad Madani, il che è una notizia positiva, questa è stata la prima volta in oltre 90 giorni. Invitiamo le autorità sudanesi a facilitare il nostro accesso regolare negli stati di Jazirah e Khartoum per rispondere ai bisogni sempre crescenti della popolazione”.

MSF in Sudan

MSF lavora in Sudan dal 1979. Attualmente lavora in nove stati, tra cui la città e lo stato di Khartoum, White Nile, Blue Nile, River Nile, Al Gedaref, Darfur occidentale, settentrionale, meridionale e centrale.

Le équipe di MSF in Sudan curano i feriti dei combattimenti, compresi i feriti da esplosione e da arma da fuoco, le malattie trasmissibili e non trasmissibili, forniscono supporto alla maternità e cure pediatriche. MSF gestisce cliniche mobili nei luoghi di raccolta degli sfollati interni e ospedali nei campi dei rifugiati, fornendo supporto idrico e igienico-sanitario e sostenendo le strutture sanitarie attraverso donazioni, incentivi al personale del Ministero della salute, formazione e supporto logistico. MSF sta anche continuando la maggior parte delle attività avviate prima dell’inizio del conflitto.

 

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