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Achim Steiner: “Sprecare cibo non ha senso”

320511_133680360061243_4215175_nSemplici azioni – sostiene l’Unep – possono ridurre drasticamente gli “1,3 miliardi di tonnellate di cibo perso o sprecato ogni anno e può contribuire a plasmare un futuro sostenibile”. L’appello viene rafforzato dalla Fao quando avverte che “a livello mondiale circa un terzo di tutto il cibo prodotto, del valore di circa un trilione di dollari viene perso o sprecato nella produzione alimentare e nel sistema di consumo”. In un mondo di 7 miliardi di persone, destinati a crescere a 9 miliardi entro il 2050, “sprecare cibo non ha senso economico, ambientale ed etico”, spiega Achim Steiner, segretario generale e direttore esecutivo dell’Unep. Se si calcola, poi, che nei paesi industrializzati “quasi la metà del cibo sprecato, circa 300 milioni di tonnellate all’anno si verifica perché produttori, venditori al dettaglio e consumatori scartano alimenti ancora idonei al consumo”, segnala José Graziano da Silva, direttore generale della Fao. Quello che si perde “é più che la produzione alimentare totale netta dell’Africa sub-sahariana- prosegue da Silva- e sarebbe sufficiente a sfamare 870 milioni di persone affamate nel mondo”. “Meno rifiuti alimentari comporterebbe l’uso del territorio più efficiente, una migliore gestione delle risorse idriche e avrebbe ripercussioni positive sul cambiamento climatico”, dichiara Janez Potocnik, commissario europeo per l’Ambiente sottolineando che in Europa “ci siamo posti l’obiettivo di dimezzare lo spreco alimentare e di eliminare virtualmente la discarica entro il 2020”.

Il sito web della campagna www.thinkeatsave.org fornisce semplici suggerimenti per consumatori e rivenditori che consentirà agli utenti di impegnarsi nella riduzione dello spreco di cibo, scambiarsi idee e creare una cultura veramente globale del consumo sostenibile di cibo.

Come ridurre lo spreco di cibo dopo un matrimonio, l’esempio  di Jaipur (India)

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