Mondo

Bangladesh, scontri violenti tra studenti e polizia a Dhaka: decine di morti

In Bangladesh continuano da settimane gli scontri tra studenti, sostenuti dal partito al potere, e polizia. Nella giornata di martedì almeno sei manifestanti sono stati uccisi durante le proteste violente che stanno bloccano la città di Dhaka. I residenti si sono barricati in casa, molti centri commerciali non hanno aperto nella capitale e i pendolari lamentano la limitazione dei trasporti pubblici. Gli studenti manifestano contro il sistema di quote per i posti di lavoro governativi che, a loro dire, favorirebbe i familiari dei veterani che hanno combattuto nella guerra di indipendenza del Bangladesh nel 1971, riservando loro almeno il 30 per cento dei posti statali. I giovani chiedono la sostituzione di questa politica con un sistema basato sul merito. Le proteste si sono intensificate da quando, all’inizio della settimana, sono esplose le violenze nel campus dell’Università di Dhaka: le lezioni sono state sospese e i dormitori chiusi. Gli studenti nei pressi dell’Università BRAC di Dhaka si sono scontrati con la polizia, che ha sparato gas lacrimogeni.

Le proteste, che hanno attirato decine di migliaia di persone in strada, sono iniziate alla fine del mese scorso, ma le tensioni sono aumentate lunedì quando gli studenti attivisti della Dhaka University, la più grande del paese, si sono scontrati con la polizia e i contro-manifestanti sostenuti dalla Lega Awami al potere. Almeno cento persone sono rimaste ferite durante le manifestazioni.

Il giorno dopo, mentre la violenza continuava a sconvolgere i campus in tutto il Bangladesh, sei persone sono state uccise. Altri scontri sono stati segnalati anche mercoledì e giovedì e le forze paramilitari sono state dispiegate per pattugliare le strade delle principali città. I ​​resoconti dei media hanno riferito che almeno altre dieci persone sono morte giovedì.

In risposta, le principali università hanno dichiarato che chiuderanno fino a quando la situazione non sarà risolta, per proteggere gli studenti.

 

 

Condividi