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Bolivia, fallisce il colpo di Stato dell’esercito a La Paz, destituito il generale Zuniga dal presidente Luis Arce

È fallito il colpo di Stato tentato in Bolivia da unità dell’esercito guidate dal comandante generale Juan José Zuniga. L’ufficiale, che aveva cercato di fare irruzione con un mezzo blindato all’interno del Palazzo del governo a La Paz, è stato destituito dal presidente Luis Arce. Decisivo, probabilmente, il mancato appoggio da parte delle altre forze armate e da parte dei partiti di opposizione, che all’unisono – al pari dei leader regionali – hanno condannato l’azione di forza dei militari. Secondo alcuni media, Zuniga avrebbe lasciato Plaza Murillo dopo essere stato destituito dal presidente Luis Arce, seguito da altri reparti che hanno partecipato all’insurrezione. Il capo dello Stato si è successivamente affacciato dal Palazzo del governo e ha salutato la popolazione civile che ha riempito la piazza. In precedenza, durante il giuramento dei nuovi vertici delle Forze Armate, Arce aveva chiesto alla popolazione di mobilitarsi “contro il colpo di Stato” e “a difesa della democrazia”. Le autorità ora assicurano che il capo dei golpisti sarà arrestato.

Poco prima dell’azione di forza, Zuniga si era rivolto ai giornalisti presenti nella piazza: “Sicuramente ci sarà presto un nuovo Consiglio dei ministri. Il nostro Paese, il nostro Stato non può andare avanti così”, aveva detto. Arce, leader del Movimento per il socialismo (Mas) e al potere da tre anni, aveva denunciato subito, per parte sua, “la mobilitazione irregolare di certe unità dell’esercito” e promesso di difendere la democrazia. Aveva anche affrontato faccia a faccia il generale Zuniga, come mostrano le immagini trasmesse dalla televisione nazionale. “Sono il suo capitano e le ordino di ritirare i suoi soldati. Non permetterò questa insubordinazione”, aveva detto il capo dello Stato rivolgendosi direttamente all’ufficiale.

A parlare apertamente di colpo di Stato era stato l’ex presidente Evo Morales, anch’egli del Movimento per il socialismo, la figura che più d’ogni altra ha dominato la vita politica boliviana negli ultimi vent’anni. Morales aveva fatto appello ai “movimenti sociali, in campagna e in città”, affinché intervengano a difesa della democrazia. A condannare il golpe era stata anche Jeanine Anez, l’ultima presidente boliviana prima di Arce, che ha “ripudiato totalmente la mobilitazione dei militari” affermando che il Mas dovrà essere estromesso dal potere in occasione delle elezioni in programma nel 2025. In queste ore messaggi di solidarietà ad Arce sono arrivati da tutti i leader della regione. La Farnesina, con l’Unità di crisi e l’ambasciata d’Italia in Bolivia, ha fatto sapere che sta monitorando la situazione a La Paz. Il ministro Antonio Tajani “segue l’evoluzione” di quanto sta accadendo nel Paese sudamericano, prosegue la Farnesina, invitando a contattare l’Unità di crisi al numero +39 06 36225 per qualsiasi emergenza o segnalazione.

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