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Esplosione a Calenzano, Usb: “Non è stata una fatalità, i rischi erano noti”

La tragica esplosione al deposito Eni di Calenzano “è l’ennesima ferita inflitta al nostro territorio. Un disastro terribile e, ancora una volta, non è possibile dire che si sia trattato di una fatalità. I rischi di esplosione del deposito infatti si conoscevano bene e da anni“. È quanto segnala, in una nota, il sindacato Usb Toscana commentando quanto accaduto nello stabilimento fiorentino del colosso energetico.

“Non si deve parlare di incidente, è l’ennesimo atto di guerra contro lavoratrici, lavoratori, cittadine e cittadini- aggiunge l’organizzazione- è l’ennesima strage perpetrata in nome del profitto, in una guerra combattuta con le armi della deregolamentazione, dell’impunità, del ricatto tra vita, salute e lavoro. Basta con il finto cordoglio. Governo, imprese e associazioni di rappresentanza devono assumersi le proprie responsabilità: imprenditori che pensano solo al profitto agendo al massimo ribasso, appalti a cascata, mancanza di controlli, precarietà del lavoro sono conseguenze di scelte ben precise, non sono una fatalità”.

Per questo, ricorda Usb Toscana, “nei mesi scorsi abbiamo chiesto l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi e gravissime. Per questo, il prossimo 13 dicembre, abbiamo proclamato lo sciopero generale e generalizzato, contro la manovra del governo Meloni, il governo della guerra e dei tagli allo stato sociale. Queste stragi devono essere impedite. Oggi più che mai è urgente costruire una mobilitazione sociale ampia in difesa della nostra vita, del nostro lavoro, dei nostri bisogni”.

A quel che si apprende l’incendio sarebbe divampato alle 10.20 di stamani a seguito della fuoriuscita di carburante da un’autocisterna. “Allo stato attuale si parla di due morti, tre dispersi, nove feriti“, dice il presidente della Regione Eugenio Giani, durante un sopralluogo allo stabilimento. “Non ci sono stati contatti col deposito dei carburanti- precisa Giani- tutto è avvenuto nell’operazione di carico delle autocisterne. Sono rimasti intatti tutti i depositi, altrimenti sarebbe stato ancora più drammatico l’esito di questa esplosione“. A chi gli chiede se sono da temere conseguenze per la qualità dell’aria, il governatore specifica: “Non porto la mascherina nonostante l’abbia qui in tasca, perché mi è stato assicurato allo stato attuale che la situazione tende a essere normale”.

Il Comune di Calenzano raccomanda ai cittadini di “rimanere in casa con le finestre chiuse, limitare gli spostamenti e le attività all’aperto”. È quanto spiega l’amministrazione comunale che annuncia la proclamazione di due giorni di lutto cittadino per oggi e domani. Tutti gli eventi in programma sul territorio sono sospesi. “In accordo con la prefettura e l’unità di crisi si dà indicazione alle aziende con sede all’interno dell’area interessata dall’incidente di terminare il turno in corso e non attivare il turno pomeridiano- precisa ancora l’amministrazione- il palazzetto dello sport e la piscina comunale resteranno chiusi oggi e domani”.

“Sono brutte le notizie che giungono dalla Toscana – dichiara il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci. “La macchina dei soccorsi è partita immediatamente e abbiamo attivato l’allertamento invitando le persone del luogo a restare al chiuso, in attesa di conoscere se e quali effetti abbiano prodotto le sostanze tossiche. Sono in costante contatto con il capo Dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano, per seguire l’evolversi della situazione. Esprimo il mio cordoglio alle famiglie delle vittime e mi stringo ai feriti e ai loro cari, confidando in una pronta ripresa”.

Secondo Giani “i vigili del fuoco hanno domato le fiamme in modo da evitare la propagazione ai depositi vicini. In merito all’esplosione dello stabilimento di Calenzano, i tecnici della nostra Agenzia regionale per la protezione ambientale sono sul posto per valutare le potenziali ricadute degli inquinanti, inclusi eventuali effetti sui corsi d’acqua”. “L’incendio è stato contenuto rapidamente- aggiunge- e la colonna di fumo si è alzata notevolmente a causa della differenza di temperatura tra i fumi e l’atmosfera”.

Contraccolpi sul traffico veicolare e sulla circolazione dei treni. Lo svincolo dell’A1 a Calenzano è stato chiuso in entrambe le direzioni e poi riaperto. Resta sempre sospesa la linea ferroviaria sulla tratta Firenze-Prato sulla quale sono attivi, comunque, bus sostitutivi. Il governatore invita comunque a “evitare spostamenti nella zona dello stabilimento di Calenzano se non per necessità”.

L’ALLARME AMBIENTALE
La nube di fumo nero sprigionata in seguito all’incendio verificatosi questa mattina presso il deposito della raffineria Eni a Settimello, nel comune di Calenzano, è “potenzialmente pericolosa per la salute umana e per l’ambiente”. Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) che ricorda come incendi di questo tipo “possano liberare nell’aria sostanze tossiche con effetti acuti e cronici sull’uomo”.

Tra le principali sostanze che “possono rappresentare un rischio per la salute troviamo il Monossido di Carbonio (CO), gas inodore e tossico che interferisce con il trasporto di ossigeno nel sangue, causando vertigini, nausea e, in alte concentrazioni, danni neurologici o fatali; Diossine e Furani (PCDD/Fs), con effetti cancerogeni, alterazioni del sistema endocrino e immunitario, Policlorobifenili (PCB) e IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), composti cancerogeni che si sprigionano durante combustioni incomplete e possono provocare danni cellulari e tumorali, Particolato Fine (PM10 e PM2.5), particelle ultrafini in grado di penetrare nei polmoni e nel circolo sanguigno, aggravando patologie respiratorie e cardiovascolari, con un impatto significativo su anziani, bambini e individui vulnerabili, Composti Organici Volatili (COV), tra cui il Benzene, responsabile di leucemie e disturbi al sistema nervoso”.

La Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) ricorda anche gli impatti ambientali di simili incidenti.
“Gli incendi in raffinerie rilasciano sostanze inquinanti che contaminano l’aria, il suolo e le acque- spiega il presidente Alessandro Miani- le nubi nere sono composte da particolato, gas tossici e metalli pesanti, che si disperdono rapidamente e possono ricadere su un’ampia area circostante, con contaminazione del suolo e dei terreni agricoli, compromettendo la sicurezza alimentare, e inquinamento delle acque, con le particelle e le sostanze tossiche che possono raggiungere le falde acquifere e corsi d’acqua, danneggiando l’ecosistema e l’approvvigionamento idrico”.

 

 

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