Le loro urla e i singhiozzi si sono sentiti dalla barca naufragata subito dopo essere emersa alla vista nella vastità del Mare delle Andamane. A bordo c’erano neonati e bambini piccoli, insieme a madri e padri che imploravano di essere salvati.
I passeggeri erano musulmani di etnia Rohingya fuggiti dalla crescente violenza delle bande e dalla fame dilagante negli squallidi campi profughi del Bangladesh, solo per ritrovarsi alla deriva con un motore rotto. Per un momento, è sembrato che la loro salvezza fosse arrivata sotto forma di un’altra barca che trasportava rifugiati Rohingya che si era accostata al loro fianco.
Ma quelli a bordo dell’altra barca – anch’essa sovraccarica e che cominciava a perdere acqua – sapevano che se avessero permesso ai passeggeri in difficoltà di salire sulla loro nave, sarebbe affondata. E sarebbero morti tutti.