Diritti

Navalny parla dalla colonia penale nell’Artico: “Sto bene”. Dissidente russo scrive sui social, ’20 giorni per trasferirmi’

Dopo settimane di silenzio, l’oppositore russo Alexei Navalny torna a parlare sui social media dalla colonia penale nell’Artico russo dove è stato trasferito. “Non preoccupatevi per me. Sto bene”, ha scritto il dissidente pubblicando una serie di messaggi su X in cui descrive il suo trasferimento – a suo dire durato 20 giorni – e le condizioni di detenzione.
    “Ora vivo sopra il circolo polare artico. Nel villaggio di Kharp su Yamal. La città più vicina ha il bellissimo nome di Labytnangi”, conferma sui social l’oppositore russo, dove si definisce ironicamente “un Babbo Natale a regime speciale”, alludendo alla barba che nel frattempo si è fatto crescere e agli abiti pesanti per il freddo.
    I 20 giorni di viaggio “sono stati piuttosto estenuanti, ma sono ancora di buon umore”, dice il dissidente. “Mi hanno portato qui sabato sera. E sono stato trasportato con tale precauzione e su un percorso così strano (Vladimir – Mosca – Chelyabinsk – Ekaterinburg – Kirov – Vorkuta – Kharp) che non mi aspettavo che qualcuno mi trovasse qui prima di metà gennaio”.
    Per questo motivo “sono rimasto molto sorpreso quando ieri è stata aperta la porta della cella con le parole: ‘È qui per te un avvocato’. Mi ha detto che mi avevate perso e alcuni di voi erano addirittura preoccupati. Grazie mille per il vostro supporto”, dice ancora Navalny.
    Nei messaggi, l’oppositore descrive anche le sue condizioni di detenzione con alcuni dettagli: “Sfortunatamente non ci sono renne, ma ci sono enormi cani da pastore”, racconta. “Guardo fuori dalla finestra dove posso vedere la notte, poi la sera e poi di nuovo la notte” e la recinzione “è molto vicina”. “Sono andata anche a fare una passeggiata” in un cortile “con la neve per terra”.


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