Ambiente, Mondo

L’ecologica Norvegia scarica rifiuti minerari nei suoi fiordi e trivella un’area marina grande quasi quanto l’Italia

La Norvegia consentirà lo scarico dei rifiuti minerari nei suoi fiordi, dopo che il governo ha vinto una causa in tribunale contro le organizzazioni ambientaliste che tentavano di bloccare il piano.
Con questa sentenza, la società privata Nordic Mining ha ottenuto il via libera per smaltire 170 milioni di tonnellate di rifiuti minerari sul fondo del fiordo di Førde. Con ciò la Norvegia si unisce agli altri due Paesi (PapuaNuovaGuinea e Turchia) che ancora concedono nuove licenze per lo smaltimento dei rifiuti.

In Norvegia il movimento ambientalista e diversi attivisti stranieri (Sustainable Oceans Alliance) si sono riuniti davanti al Parlamento per denunciare il rischio di disastro ambientale. 
L’Assemblea norvegese ha approvato una legge sull’estrazione mineraria su larga scala dai fondali marini. La Norvegia diventa così il primo Paese ad avere aperto a una pratica controversa che – secondo gli scienziati – potrebbe causare la devastazione dell’ecosistema marino.

Estrazione mineraria dai fondali marini

In Norvegia l’industria estrattiva si appresta ad esplorare ed eventualmente estrarre i metalli preziosi fondamentali per le tecnologie verdi in un’area di 280.000 km2, grande quasi quanto l’Italia.

La zona individuata si trova nell’Artico, tra le Svalbard, la Groenlandia, l’Islanda e Jan Mayen. 

Il piano riguarda le acque norvegesi, ma quest’anno potrebbe essere raggiunto un accordo sull’estrazione in acque internazionali. L’unica cautela posta dal governo è quella della necessità di condurre ulteriori studi ambientali prima di rilasciare le licenze di trivellazione.

Cosa cercano le trivelle

Le trivelle in alto mare cercheranno in particolar modo oro, argento, cobalto, nichel, rame zinco e manganese. Cobalto, nichel, manganese e zinco servono per la produzione delle batterie elettriche. Il rame nei cavi viene utilizzato nei cavi mentre l’oro e l’argento sono materiali ampiamente richiesti anche per i circuiti elettronici.

La transizione verde della mobilità elettrica e non solo passa dunque anche dalla trivellazione dei mari. Ma i ricercatori mettono in guardia sul danno potenzialmente enorme. L’estrazione mineraria distrugge i fondali.

I danni all’ambiente

L’attività di trivellazione provocherà inoltre il rilascio a una superficie meno profonda di decine di migliaia di metri cubi di sedimenti, che romperanno gli equilibri degli ecosistemi marini. I residui e i materiali di scarto altereranno la composizione chimica dell’acqua e l’inquinamento acustico metterà ulteriormente in pericolo la fauna marina. Secondo i ricercatori, le conseguenze di una tale attività non sono state ancora completamente messe a fuoco e potrebbero risultare anche peggiori del previsto.


 
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