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Gaza, altri quattro morti per raid israeliano. Vittime anche all’ingresso dell’ospedale di Rafah. Crosetto in guerra: “Paghiamo un retaggio culturale, un antimilitarismo diffuso”

Fonti mediche citate dall’agenzia di stampa palestinese Wafa affermano che almeno quattro persone sono morte e diverse altre sono rimaste ferite in un bombardamento israeliano che ha colpito stanotte una casa a nord di Gaza City. Sempre secondo la Wafa è salito intanto a 14 vittime il bilancio del raid di ieri sera a est di Rafah, nel sud della Striscia. Tra le vittime ci sarebbero anche sei bambini.

Un capannone è stato colpito accanto all’ingresso principale dell’ospedale emiratino di Rafah uccidendo e ferendo diverse persone, tra cui un membro dello staff di un’ambulanza, e terrorizzando i pazienti che si trovavano nelle vicinanze.

L’ospedale emiratino, supportato da Medici Senza Frontiere (MSF), è la principale struttura di maternità nel sud di Gaza. Nelle ultime settimane, i pazienti hanno espresso la loro paura di entrare nell’ospedale a causa degli attacchi sistematici all’interno e intorno alle strutture sanitarie. Non potendo andare da nessuna parte, le donne incinte sono costrette a partorire in tende e spazi pubblici.

Gli attacchi che mettono in pericolo le strutture mediche e i pazienti sono inaccettabili e dimostrano ancora una volta che nessun luogo è sicuro a Gaza.

Con 1,5 milioni di persone stipate a Rafah, qualsiasi escalation militare nell’area avrebbe conseguenze catastrofiche. MSF ribadisce il suo appello per un cessate il fuoco immediato e duraturo e per la protezione dei civili, delle strutture sanitarie e del personale.
Gli attacchi terroristici degli Houthi sono una grave violazione del diritto internazionale e un attentato alla sicurezza dei traffici marittimi da cui dipende la nostra economia”. Così il ministro della Difesa, Crosetto, al Corriere della Sera. Occorre “cambiare la nostra idea di difesa dalle fondamenta. Bisogna coordinarsi con gli alleati, partendo dall’Europa: organizzare forze comuni, addestramento, far dialogare sistemi di difesa diversi. Paghiamo un retaggio culturale, un antimilitarismo diffuso”, ha detto.

Ieri pomeriggio, la nave Duilio ha abbattuto un drone nel Mar Rosso. Il drone, dalle caratteristiche analoghe a quelli già usati in precedenti attentati, si trovava a circa 6 Km dalla nave italiana, in volo nella sua direzione. Lo ha reso noto il ministero della Difesa. 

Il drone è stato lanciato dallo Yemen ed era diretto, dicono, verso la Carlo Duilio, il cacciatorpediniere della Marina Militare che sarà la base della nascente operazione europea Aspides sotto la guida del contrammiraglio Stefano Costantino. Gli Houthi, così, hanno lanciato il loro primo attacco diretto all’Italia e rischiano di far precipitare la crisi nel Mar Rosso, da diversi mesi sotto attacco da parte dei ribelli yemeniti che, almeno fino ad oggi, avevano condotto raid solamente verso imbarcazioni statunitensi e britanniche. 

 
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