Cucina Pensante

Tellina, tellina, se ti rastrello finisci in padella

La Donax trunculus è un mollusco caratterizzato da una conchiglia che rimanda al triangolo e dalla forma appiattita. La colorazione della conchiglia è bianco giallastra, brunastra o grigiastra. La tellina è molto diffusa, in Italia, nel mar Tirreno e la si può trovare soprattutto nei primi 3- 4 metri vicino alla costa, al di sotto dei primi strati sabbiosi.

Nel quadro di Lojacono le telline sono raccolte manualmente, oggi si raccolgono con rastrelli o draghe manuali per smuovere la sabbia, sotto cui si trovano. Si può pescare tutto l’anno, tranne tra il 1 e il 30 Aprile (vedi video da spiaggia). Questi molluschi poi devono essere venduti vivi: mai acquistare telline con la conchiglia aperta (vuol dire che TELLINE 6colssono morte, e non più fresche). Un tempo erano mantenute vive, conservandole in contenitori con acqua di mare, ora questa pratica è proibita. Le telline prima del consumo vanno fatte spurgare in acqua salata, meglio se di mare, per alcune ore. A questo punto possono essere usate in vari piatti, diventando anche valide sostitute delle vongole. Anzi per molto tempo le telline sono state considerate la variante povera delle vongole, visto le oro piccole dimensioni. Tanto che in Romagna l’abbinamento degli spaghetti e le telline è detto “spaghetti con le poveracce”.
Un piccolo mollusco la cui raccolta non è mai stata facile, soprattutto nei secoli scorsi, ma che fa parte, in maniera consolidata, della cucina di mare italiana.

Telline a tavola si può, basta usare il rastrello giusto. Lo spiega Mario Ferretti, esperto della Federcoopesca-Confcooperative.

“Preparare spaghetti con le telline per 2-3 persone non sarà un problema, visto che – spiega Ferretti – il rastrello a mano, quello tirato dal pescatore tanto per intenderci, può continuare ad essere usato. Diverso se si va al ristorante o in pescheria, dove di telline ce ne vogliono tante, perché l’attrezzo che consente la cattura in quantità idonee alla commercializzazione è il rastrello da natante, messo al bando dal nuovo Regolamento”. Si tratta infatti, di una draga a denti che viene tirata, tramite il recupero dell’ancora precedentemente messa a mare con un cavo e un verricello azionato dal motore.

Per Ferretti occorre quindi fare chiarezza su quale attrezzo si usa per la cattura delle telline che vivono in una zona a circa 0,3 miglia dalla costa. “Di rastrelli ce ne sono quattro – spiega Ferretti – e l’unico ad essere vietato dalle disposizioni comunitarie in quella zona è quello da natante, perché considerato una draga meccanizzata”. Quelli consentiti sono invece il rastrello a piedi (piccola draga a denti che viene tirata da un pescatore a piedi in acqua bassa), il rastrello da barca a manico lungo (piccola draga a denti tirata con la forza delle braccia, agendo sul manico, da un pescatore a bordo di una barca) e il rastrello sempre da barca con verricello manuale (draga a denti tirata da una barca che recupera l’ancora precedentemente messa a mare con cavo e un verricello azionato manualmente, senza l’uso di un motore).

 

 

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