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Israele: “A Gaza non sarà garantita l’incolumità di giornalisti e fotografi”. Gli aggiornamenti

Le forze di difesa israeliane hanno comunicato ai media internazionali che non possono garantire l’incolumità di giornalisti, fotografi e teleoperatori che stanno coprendo la guerra a Gaza. Lo riporta la Reuters che assieme alla France Press ha contattato l’esercito israeliano per assicurarsi che i giornalisti in prima linea non vengano presi di mira dagli attacchi aerei.
    Internet spento, comunicazioni al collasso, e poi bombe, fumo, pesanti attacchi via terra, aria e mare sulla città di Gaza e nel nord della Striscia. Ancora non ci sono i dati sulle vittime palestinesi ma la notte appena trascorsa viene descritta come la peggiore dall’inizio della guerra. Israele sembra prepararsi per l’offensiva di terra, a tre settimane dall’attacco a sorpresa di Hamas. Chi miracolosamente è riuscito a collegarsi con l’esterno parla di caos totale e ambulanze che si sono mosse alla cieca, dirigendosi semplicemente nelle aree delle esplosioni non potendo essere contattate. Elon Musk ha offerto i suoi satelliti Starlink alle Ong certificate che operano nella Striscia perché restino collegate a internet.
    In molte parti del mondo sono in corso manifestazioni per un cessate il fuoco, con rappresentanti di tutte le comunità, compresi ebrei e musulmani che marciano insieme. A New York, migliaia di persone si sono radunate alla Grand Central station, nel cuore di Manhattan, per chiedere la fine delle violenze. In rete è diventato virale il video che mostra i manifestanti, che indossano tutti una maglietta nera con inviti alla pace, battere le mani a tempo e intonare lo slogan “No more weapons/No More war/Ceasefire is what we’re calling for”.
    Le proteste contro Israele e i cortei pro-Gaza si stanno moltiplicando.
    Migliaia di manifestanti filo-palestinesi si sono radunati nel centro di Auckland, in Nuova Zelanda, con striscioni e manifesti contro i bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza. I manifestanti scandivano lo slogan “From the river to the sea Palestine will be free”, “Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera”. Un’altra marcia, la terza in 21 giorni, è partita a Londra. Un’altra è in corso di svolgimento a Roma.
    Gaza,Israele: “Nuova fase, andate a Sud”
    Lo Stato ebraico ha lanciato un appello urgente alla popolazione palestinese residenti nella zona settentrionale della Striscia di Gaza e a Gaza City affinché si spostino immediatamente nel settore meridionale “per la propria sicurezza”. “La vostra finestra di opportunità si sta chiudendo”, “l’umanità resta impressionata dal massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre.Noi non lo dimentichiamo e non lo dimenticheremo” sono i messaggi lanciati alla popolazione di Gaza.
    Guterres: “Sorpreso dall’escalation a Gaza senza precedenti”
    ‘E’ una catastrofe umanitaria, serve subito il cessate il fuoco’
    “Incoraggiato da quello che sembrava essere un crescente consenso sulla necessità di almeno una pausa umanitaria in Medio Oriente, sono rimasto invece sorpreso da un’escalation di bombardamenti senza precedenti, che minano gli obiettivi umanitari”. E’ il tweet del segretario generale Onu Antonio Guterres.     “Ribadisco il mio appello per un immediato cessate il fuoco umanitario, insieme al rilascio incondizionato degli ostaggi e alla consegna di aiuti di livello corrispondente ai drammatici bisogni della popolazione di Gaza, dove una catastrofe umanitaria si sta consumando davanti ai nostri occhi”, aggiunge Guterres.
        Ankara e Mosca chiedono a Israele di fermarsi
    Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha invitato Israele a “fermare immediatamente questa follia e mettere fine ai suoi attacchi a Gaza”. “I bombardamenti israeliani hanno preso di mira ancora una volta donne, bambini e civili innocenti, aggravando la crisi umanitaria in corso”, ha scritto su X, l’ex Twitter.
    Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha invitato Israele a rinunciare alla strategia della “terra bruciata” nella Striscia di Gaza e a scommettere su una soluzione pacifica del conflitto con i palestinesi. “Stiamo inviando segnali agli israeliani, segnali sulla necessità di continuare a cercare una soluzione pacifica e di non portare a termine la strategia della terra bruciata nella Striscia di Gaza”, ha affermato, “se Gaza viene distrutta, se 2 milioni di persone vengono espulse (dall’enclave;ndr), come alcuni politici in Israele e all’estero stanno cercando di fare, si creerà una catastrofe per molti, molti decenni, se non secoli”, ha detto in un’intervista all’agenzia di stampa BelTA, rilanciata dall’agenzia russa Tass.
    “Dobbiamo fermarci; ed è necessario annunciare programmi umanitari per salvare la popolazione che si trova nell’enclave. Non c’è acqua, non c’è elettricita’, non c’è cibo, non c’è riscaldamento, niente di tutto questo”.
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