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El Niño, il Burundi trasferisce in montagna le famiglie colpite dalle continue inondazioni

Per proteggersi dalle devastanti inondazioni causate dalle forti piogge, il governo del Burundi ha iniziato a ricollocare circa duemila famiglie sfollate in zone più alte del Paese. Gli sforzi di ricollocazione mirano a fornire riparo e soccorso alle persone colpite dalle inondazioni.

Nonostante le difficoltà logistiche, inclusa la carenza di materiali per rifugi di fortuna, le famiglie vengono trasferite dalle aree allagate vicino a Gutumba a Matyazo, a circa 30 chilometri da Bujumbura. L’inondazione, attribuita all’innalzamento delle acque del Lago Tanganica, ha interrotto attività commerciali e infrastrutture, comprese le principali autostrade come il Boulevard du Japon. Il Burundi, fortemente dipendente dall’agricoltura e dal sostegno dei donatori, si trova ad affrontare sfide significative nell’affrontare le conseguenze delle inondazioni, con oltre duecentomila persone colpite e una diffusa distruzione di case e infrastrutture segnalata.

Gli esperti climatici collegano le condizioni meteorologiche estreme al fenomeno meteorologico El Niño, sottolineando l’urgente bisogno di assistenza internazionale e di misure di resilienza a lungo termine nella regione.

La Repubblica del Burundi, è uno Stato africano di 27830 km² di superficie che confina con il Ruanda a nord, con la Repubblica Democratica del Congo a ovest e con la Tanzania a sud ed a est. Si trova nella regione geografica dei Grandi Laghi ed è uno Stato senza sbocco al mare. Politicamente appartiene all’Africa orientale e talvolta all’Africa dei Grandi Laghi. La sua capitale, dal 24 dicembre 2018, è Gitega, mentre precedentemente fu Bujumbura.

Abitato fin dai tempi più remoti, conobbe la colonizzazione prima tedesca (Deutsch-Ostafrika), poi belga ed ottenne l’indipendenza nel 1962.

Dal 1966 il Burundi è una repubblica presidenziale e l’attuale capo di Stato è il presidente della repubblica Évariste Ndayishimiye.

Il Burundi è il Paese più povero del mondo in base al PIL nominale pro capite, con un reddito annuale di 625 dollari statunitensi al 2023, e uno dei Paesi con l’indice di sviluppo umano più basso del pianeta.

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