Attualità

Notte di sbarchi a Lampedusa, arrivati in 340 tra egiziani, bengalesi, siriani, sudanesi, eritrei, etiopi, marocchini e pakistani

Sono 340 i migranti che, a partire dalla mezzanotte, sono sbarcati a Lampedusa.

Sei i barconi, tutti salpati dalla Libia, che sono stati agganciati o soccorsi dalla Guardia di Finanza e dalla Capitaneria di porto.

A bordo c’erano da un minimo di 45 ad un massimo di 84 egiziani, bengalesi, siriani, sudanesi, eritrei, etiopi, marocchini e pakistani. Uno dei natanti, con a bordo 48 persone – tra cui una donna – è stato “ombreggiato” per evitare che si ribaltasse dalla nave ong Nadir. Un altro è stato invece aiutato con intervento dell’Aurora Sar della ong Sea Watch.

Ieri, sulla maggiore delle isole Pelagie, c’erano stati 12 sbarchi con un totale di 593 migranti. L’ultimo, in ordine di tempo, prima della mezzanotte, è avvenuto direttamente a Cala Croce: i carabinieri hanno bloccato 56 eritrei ed egiziani – tra cui 5 donne – che stavano cercando di raggiungere la strada.

L’imbarcazione utilizzata per la traversata non è stata ritrovata. Dei 12 natanti giunti ieri solo due, a detta dei complessivi 33 sbarcati, sono partiti da Sfax, in Tunisia.

Oggi il trasferimento di 148 ospiti dell’hotspot
Sono 788 i migranti, fra cui 16 minori non accompagnati, ospiti dell’hotspot di Lampedusa dove, durante la notte, c’è stata una nuova ondata di sbarchi. La Prefettura di Agrigento ha disposto, per metà mattinata, il trasferimento di 148 persone che verranno imbarcate sul traghetto di linea Galaxy che giungerà in serata a Porto Empedocle.

Sea-Watch nasce alla fine del 2014 grazie all’iniziativa di alcuni volontari che hanno deciso di non stare più a guardare le migliaia di persone morire annegate nel mar Mediterraneo.
Nonostante l’Unione Europea si dichiari impegnata a garantire i diritti umani, sceglie la chiusura nei confronti delle persone in fuga dalle guerre e dalle situazioni drammatiche che affliggono i paesi di origine.
Questa chiusura corrisponde ad un blocco delle frontiere e discutibili accordi con paesi terzi, quali la Turchia e la Libia, molto controversi in ambito di diritto internazionale.
Il risultato di questo isolamento è che, a poche miglia dalle nostre coste e dalle nostre spiagge, migliaia di donne, uomini e bambini continuano ad annegare ogni anno nel tentativo di raggiungere un porto sicuro.

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