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Annus horribilis per l’olio? C’è chi sceglie di non produrre

“Quest’anno l’olio extravergine di Podere Forte non verrà prodotto e non andrà in commercio”. A dirlo è Pasquale Forte, fondatore di Podere Forte, azienda agricola della Val d’Orcia che fa degli alti standard produttivi e della piena simbiosi con natura e ambiente dei cardini imprescindibili. Tant’è che le produzioni di Podere Forte, sia per quanto riguarda l’olio extravergine di oliva sia per i vini, sono biologiche e biodinamiche.

“I nostri oli extravergine d’oliva – sottolinea Giovanni Mazzoni, Sales&Marketing director – vengono regolarmente premiati nei concorsi di settore più prestigiosi e dalle guide più esclusive. Podere Forte produce una media di 10mila bottiglie da 0,50 lt. all’anno ed è presente in molti mercati di tutto il mondo: Italia, Usa, Canada, Centro Europa, Norvegia e Svezia, Russia, oltre a una decina di mercati asiatici. Ma per l’annata in corso la scelta dell’azienda è stata quella di un anno ‘sabbatico’ della produzione nel rispetto della nostra qualità”.

Ma in questo annus horribilis per l’olio toscano, con un tracollo della produzione dal 50 al 70% e con una qualità scarsa a causa dell’attacco senza precedenti della mosca dell’olivo, oltre a un’estate eccessivamente piovosa che ha dato il colpo di grazia, Podere Forte ha fatto una scelta coraggiosa ed estrema, quella appunto di non uscire sul mercato.

“I motivi della nostra scelta – sottolinea Pasquale Forte – sono molto semplici: intanto, la filosofia aziendale è incentrata prima di tutto nel pieno rispetto della natura. Essendo una realtà che ha scelto convintamente la strada del biologico e del biodinamico, non vogliamo e non possiamo cedere alla tentazione di alcun tipo di trattamento e di utilizzo della chimica. A Podere Forte, nessuna azione volta a ‘violentare’ ciò che Madre Natura ci offre”.

Inoltre, a Podere Forte si lavora per una qualità senza compromessi: “Che si tratti di vino o di olio – spiega Forte – siamo soliti diminuire la quantità a favore delle qualità e, all’occorrenza, come in questo caso, saltiamo l’annata. I nostri clienti sanno che con i nostri prodotti garantiamo sempre la massima eccellenza, per cui la scelta di non uscire sul mercato con l’annata olivicola 2014/15 rappresenta anche un segnale di trasparenza e di rispetto verso di loro”.

L’extravergine d’oliva di Podere Forte è un blend di Frantoio, Leccino, Moraiolo e Olivastra seggianese. Proviene da olive raccolte rigorosamente a mano. Seguono la lavorazione a ciclo continuo, a freddo, e la conservazione in contenitori inox a temperatura controllata. Tutto questo, insieme al terreno, ricco di minerali, che dona all’olio Terre di Siena Dop il suo colore giallo topazio e il gusto intenso e fragrante, con una equilibrata nota di amaro-piccante. (adnkronos)

Come curare gli ulivi dalla “lebbra”
La lebbra dell’olivo (Colletotricum gleosporioides) purtroppo influenza sia la quantità di prodotto che la qualità dell’olio. Sui frutti in fase di maturazione si evidenziano aree depresse di colore bruno e forma circolare; internamente la polpa assume un aspetto marcescente. Nei casi più gravi i frutti deperiscono e cadono a terra (cascola precoce), riducendo la quantità di prodotto potenzialmente raccoglibile dalla pianta. Alcune drupe rimangono sui rami fino all’annata successiva disidratandosi e assumendo aspetto raggrinzito e colore violaceo; queste, denominate “mummie”, consentono lo svernamento dell’inoculo e costituiscono una sorgente di infezione per gli attacchi nella primavera successiva.

I propaguli del fungo si diffondono con temperature comprese tra i 16 °C e i 25 °C e umidità relativa superiore al 92%; trasportati dagli schizzi di pioggia, si depositano sulla superficie delle olive e penetrano all’interno della polpa alterandone colore, consistenza e parametri organolettici. Alcuni studi dimostrano che forti attacchi sui frutti determinano nell’olio un aumento dell’acidità e del numero di perossidi, un minor contenuto in polifenoli, clorofille e carotenoidi, alterazioni nella composizione in steroli, in sostanze aromatiche, alcoli alifatici e triterpenici e cere, modificazione delle caratteristiche sensoriali, con minore intensità degli attributi fruttato, amaro e piccante: Le alterazioni chimiche ed organolettiche possono determinare la non rispondenza del prodotto ai requisiti normativi per la classificazione come “olio extravergine di oliva”.

Per ridurre l’incidenza della malattia non sono sufficienti trattamenti fitosanitari, ma sono opportuni accorgimenti agronomici per ridurre l’inoculo. In particolare si consiglia la eliminazione delle “mummie” che consentono lo svernamento dell’inoculo e costituiscono una sorgente di infezione per gli attacchi nella successiva primavera; è inoltre opportuno effettuare delle potature di rimonda, oltre che sfoltire la chioma per favorire un arieggiamento che limita lo sviluppo epidemico della malattia, e per facilitare la distribuzione dei prodotti fitosanitari. Anche la raccolta precoce delle olive riduce notevolmente l’incidenza della malattia, consentendo in parte di salvaguardare la qualità dell’olio.

Per la difesa, è importante la corretta distribuzione di prodotti fitosanitari a base di rame nel periodo primaverile sulla nuova vegetazione prima della fioritura (efficaci anche contro l’occhio di pavone), da ripetere eventualmente nel caso di un andamento primaverile mite e piovoso. A fine estate inizio autunno potrebbero rendersi necessari ulteriori trattamenti con prodotti a base di rame da ripetere eventualmente dopo 3-4 settimane compatibilmente con i tempi di carenza previsti dal formulato commerciale utilizzato.

Barbara Alfei by Terra e Vita


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