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Biden ringrazia Meloni per il sostegno all’Ucraina. Putin tende la mano a Stoltenberg che ringhia, ma c’è una storia nascosta della diplomazia che contiene lezioni per negoziati futuri

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha ringraziato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per il fermo sostegno dell’Italia all’Ucraina, che continua a difendersi dall’aggressione della Russia, menzionando anche la “cruciale” assistenza di Roma a Kiev sul piano della sicurezza. Lo si legge nel resoconto fornito dalla Casa Bianca dell’incontro bilaterale avuto dai due a margine del vertice del G7 a Borgo Egnazia, in Puglia.

I due leader hanno discusso di come approfondire il partenariato tra Usa e Italia su un’ampia serie di questioni regionali, economiche e di sicurezza. Biden e Meloni hanno accolto con favore l’impegno dei leader del G7 a utilizzare i fondi russi congelati all’estero per il finanziamento di un prestito di 50 miliardi di dollari a favore dell’Ucraina, e hanno concordato di “usare tutte le opzioni a disposizione” per imporre ulteriori costi alla Russia e a quanti sostengono la macchina bellica di Mosca.

La Russia sarà pronta alle trattative di pace quando le truppe ucraine si saranno completamente ritirate dal territorio delle repubbliche di Donetsk e Luhansk, nonché dalle regioni di Kherson e Zaporizhzhia. E’ quanto ha dichiarato il presidente russo, Vladimir Putin, in un incontro con i vertici del ministero degli Esteri russo. Un’altra condizione è l’abbandono dei piani dell’Ucraina di aderire alla Nato. “State attenti, intendo il territorio di queste regioni all’interno di quei confini amministrativi che esistevano al momento del loro ingresso in Ucraina. Non appena Kiev dichiara di essere pronta per una tale decisione e inizierà un vero ritiro delle truppe da queste regioni, oltre a notificare ufficialmente il rifiuto dei piani di adesione alla Nato, da parte nostra immediatamente, letteralmente nello stesso minuto seguirà l’ordine di cessare il fuoco e avviare negoziati”, ha detto il capo dello Stato.

Putin ha precisato che Mosca non propone il congelamento del conflitto, ma la sua fine. Il presidente ha aggiunto che la Russia ha bisogno che l’Ucraina assuma lo status “neutrale, non allineato e senza il nucleare”. “Oggi stiamo facendo un’altra concreta proposta di pace. Se Kiev e le capitali occidentali, come prima, rifiuteranno anche questa, è un affare loro. Spetterà a loro la responsabilità politica e morale per la continuazione dello spargimento di sangue”, ha concluso.

Ma non finisce qui. Questo fine settimana, funzionari di alto livello provenienti da oltre settanta paesi si riuniranno in Svizzera per un vertice di pace sulla guerra in Ucraina, che si avvicina al suo 28° mese. L’obiettivo della conferenza, secondo le autorità svizzere, è quello di stabilire una “tabella di marcia” verso una “pace duratura” a cui sia Kiev che Mosca possano aderire in futuro. Ma poiché né il presidente degli Stati Uniti Joe Biden né i funzionari russi hanno intenzione di partecipare – Mosca non è stata invitata – non è chiaro se il vertice avvicinerà le due parti ad una risoluzione.

In realtà, questa non è la prima volta che i funzionari lavorano per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina. Alcuni mesi fa, Samuel Charap e Sergey Radchenko di Foreign Affairs magazine hanno messo le mani su un progetto di accordo di pace tra Mosca e Kiev che era stato scambiato poche settimane dopo che la Russia aveva lanciato l’invasione. “Dopo gli ultimi due anni di carneficina”, il quasi accordo tra Ucraina e Russia nella primavera del 2022 “potrebbe essere tanta acqua sotto i ponti”, scrivono . “Ma ci ricorda che Putin e Zelenskyj erano disposti a prendere in considerazione compromessi straordinari per porre fine alla guerra”. Una storia nascosta della diplomazia che si è rivelata improvvisa, ma che contiene lezioni per i negoziati futuri. Dove, di certo, non saranno coinvolti né la premier in rosa confetto, né il vecchio Biden, né tantomeno l’uscente segretario generale della Nato.

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