Salute

Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, per il Ssn un costo di sette miliardi annui. Gli esperti: “ora più prevenzione”

La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) rappresenta oggi una delle maggiori sfide di sanità pubblica in Italia a causa sia dell’elevata diffusione tra la popolazione anziana sia del gravoso impatto socio-economico: si tratta, infatti, della terza causa di morte nel mondo, dopo malattie cardiovascolari e tumori. Nel nostro Paese si stima un costo di circa sette miliardi di euro l’anno, pari al 6 per cento della spesa sanitaria nazionale.

Sono alcuni degli elementi emersi nel corso del webinar, promosso da EEHTA del CEISS università Tor Vergata di Roma e realizzato con il contributo non condizionato di Sanofi, che ha visto i maggiori esperti nazionali confrontarsi sulla BPCO. “Più della metà di questo costo di sette miliardi l’anno è legata alle riacutizzazioni e alle ospedalizzazioni, molte delle quali considerate potenzialmente evitabili attraverso una migliore gestione del paziente”, ha spiegato Matteo Scortichini, ricercatore EEHTA del CEIS, Facoltà di Economia, Università degli Studi di Roma Tor Vergata.

Oltre ai costi sanitari diretti, la BPCO genera un rilevante impatto economico indiretto: si stima che in Italia i costi indiretti rappresentino circa il 61 per cento del burden economico riconducibile alla malattia, legati principalmente a perdita di produttività, pensionamenti anticipati e carico assistenziale sui caregiver. Dati che confermano la necessità di potenziare le strategie di gestione della BPCO, migliorare l’aderenza terapeutica e favorire l’accesso a opzioni terapeutiche innovative.

“Dal punto di vista clinico”, ha spiegato il dottor Francesco Menzella (direttore UOC di Pneumologia dell’Ospedale San Valentino di Montebelluna) “si tratta di una patologia legata nella quasi totalità dei casi al fumo di sigaretta e, purtroppo, dobbiamo rilevare che le campagne di sensibilizzazione non hanno sin qui sortito gli effetti sperati. Non riguarda solo il polmone, ma si associa alle comorbidità dei pazienti e viaggia in maniera quasi sistematica assieme alle malattie cardiovascolari, alle malattie metaboliche ed ha un fortissimo impatto sulla qualità di vita”. E’ fonte di ulteriore preoccupazione la circostanza che vede la malattia diventare comune anche tra soggetti più giovani.

Un cambiamento importante è all’orizzonte grazie all’avvento di farmaci biologici. “Abbiamo nuove terapie inalatorie molto efficaci con combinazioni di più molecole che aiutano a controllare meglio la patologia e prevenire il declino della funzione respiratoria. Stanno per arrivare nuove classi di terapie monoclonali che saranno molto utili nei pazienti che non rispondono alle terapie già disponibili”, ha concluso.

Sebbene le terapie in sviluppo offrano speranze di miglioramenti significativi per molti pazienti, rimangono ancora numerose sfide da affrontare: “Una delle criticità per i pazienti con BPCO – ha spiegato Salvatore D’Antonio, Presidente dell’Associazione Pazienti BPCO – è legata alle difficoltà di accesso ai controlli specialistici, sia per le lunghe liste d’attesa, sia per la riduzione delle strutture pneumologiche.

Altro problema, per il quale ci stiamo battendo da anni, è quello della normativa che riguarda la prescrittibilità dei farmaci. Si tratta di una normativa che da pneumologo ritengo sbagliata, perché fa riferimento a una vecchia direttiva della Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease (GOLD), ormai ampiamente superata. La normativa attuale non tiene conto della clinica e del problema delle riacutizzazioni della BPCO”.

Si è evidenziato, inoltre, il problema relativo al virus respiratorio sinciziale. Alcune tra le maggiori società scientifiche si sono fatte carico di raccomandare il calendario vaccinale, che comprende anche la vaccinazione per il virus respiratorio sinciziale, ma “questa vaccinazione non è stata ancora inserita dal ministero. Ci troviamo nel paradosso di aver sensibilizzato la popolazione sulla vaccinazione senza che questa sia stata realmente resa fruibile per tutti i soggetti per i quali sarebbe indicata”, ha concluso il Presidente dell’Associazione Pazienti BPCO.

Evidentemente, un dibattito che richiede un approccio multidimensionale, perché non si esaurisce sul piano clinico. L’iniziativa ha visto la presenza di personalità del mondo istituzionale e politico, quali Gian Antonio Girelli (XII Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati) e Ilenia Malavasi (XII Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati).




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