Cucina Pensante

Carciofo, il digestivo naturale

Viene citato per la prima volta nelle fonti scritte da Dioscoride e da Teofrastus che ne fanno una descrizione botanica ritenendo fosse originario dell’Africa e che non crescesse in territorio greco. Lo cita anche Galeno col nome cynara, raccomandandolo ai suoi pazienti come diuretico e rilassante; egli ne individuò le prime indicazioni terapeutiche e prescrisse il decotto della radice nel vino, allo scopo di disintossicare l’organismo.

Se ne parla nel De rustica di Columella nel I secolo d.C. e nel Naturalis historia di Plinio, dove è presentato come ortaggio di lusso destinato alle mense dei patrizi; in entrambe le fonti viene citato con il nome di Cynara scolymus. Quasi certamente, tuttavia, si trattava di una pianta diversa da quella conosciuta e probabilmente assimilabile ad una specie di cardo selvatico diffuso ancor oggi in Sicilia.

Per quanto riguarda l’etimologia del nome, condivisa era la tesi secondo cui il termine scolymus, derivante dalla lingua greca, si riferisse alle spine. Incerta è invece la derivazione etimologica del termine cynara. Secondo Plinio tale pianta era stata confusa con la radice della china (cyna), specie assai ricercata in Egitto, suo luogo di origine. Il Carciofo era sconosciuto allo stato spontaneo e divenne, nei secoli successivi, ciò che oggi conosciamo grazie ad un sapiente incrocio ottenuto dagli abili giardinieri del medioevo.

Negli usi tradizionali è sempre stato legato, per il sapore amaro, alla funzionalità digestiva ed epatica: veniva descritto in decotti, per le convalescenze e come depurativo-tonico-aperitivo. Ma se sappiamo che l’utilizzo del Carciofo come depurante si perde nella notte dei tempi, dobbiamo aspettare il 1840 per le prime ricerche scientifiche ad opera di Guitteau.

Nel 1929 un articolo di J. Brel, pubblicato dalla Società di terapia di Parigi, ripropose il Carciofo all’attenzione medica come pianta di primo piano nella cura delle patologie epato-renali.

Il Carciofo viene esaltato come uno dei rimedi più efficaci nella depurazione dell’organismo e se ne riconoscono le azioni coleretica, colagoga ed epatoprotettiva. I principi attivi più significativi si raccolgono in tre gruppi: gli acidi dicaffeilchinici, i lattoni sesquiterpeni e i flavonoidi. Tra questi nello specifico sono da evidenziare la cinarina, la luteolina, l’acido clorogenico e l’acido caffeico.

La prima è il componente più famoso e anche il più usato nelle sperimentazioni. Pare che ad essa si debba l’aumento della produzione della bile da parte delle cellule epatiche e l’azione colagoga, ossia l’aumento delle contrazioni della cistifellea. Uno studio clinico eseguito su soggetti sani ha valutato l’aumento del flusso della bile con un picco dopo un’ora dalla somministrazione dell’estratto di Carciofo; la durata dell’effetto ha sforato le 3 ore. Questa azione ovviamente ha ulteriori risvolti su tutto il processo digestivo, infatti numerose sperimentazioni su persone con forte dispepsia e colon irritabile hanno dato risultati nettamente positivi.

Recentemente ha trovato conferma un altro aspetto fondamentale che caratterizza il Carciofo, la sua azione ipolipidemizzante. Nel 2003 si è confermata la validità di due studi, uno su volontari sani e uno su persone con livello alto di colesterolo. Nel primo si è riscontrato un aumento del colesterolo HDL, quello cosiddetto «buono», mentre nel secondo si è potuta osservare una buona riduzione del colesterolo totale e una riduzione del 23% del colesterolo LDL, quello «cattivo».

Sembra che la luteolina giochi un ruolo fondamentale in questo processo inibendo la biosintesi e l’ossidazione del colesterolo stesso. L’estratto ha dimostrato di avere anche un’azione epatoprotettiva grazie alla capacità antiossidante e negli studi in vitro si è visto che la droga può stimolare la rigenerazione del tessuto epatico.

Infine non sono da sottovalutare altre due azioni del Carciofo che solitamente vengono considerate secondarie o addirittura non sono proprio prese in analisi. È stato dimostrato che l’acido clorogenico insieme ad altri composti inibisce l’enzima responsabile della formazione del glucosio endogeno riducendone così l’utilizzazione epatica. Dall’altra parte si è osservata l’attività diuretica specifica con l’abbassamento dell’uricemia.

Il Carciofo sarà un rimedio utile in caso di disturbi epatici o della cistifellea e per il suo alto potere amaro diventerà un ottimo digestivo nei soggetti con cattiva digestione. Lavorando sull’apparato digerente direttamente e indirettamente, il Carciofo si può utilizzare in caso di costipazione, colon irritabile e flatulenza.

Uno dei sintomi di intossicazione del fegato può essere la dermatosi: anche in questa situazione diventa importante. Possiamo usare il Carciofo nell’acne giovanile, in caso di ipercolesterolemia, di ipertrigliceridemia, di ittero, di nausea e vomito. Per la sua azione sui grassi andrà benissimo nella prevenzione delle malattie vascolari, mentre per la capacità diuretica e selettiva sarà ottimo contro l’iperuricemia.

Cosa si trova in commercio
Ovunque si parli di depurazione e di dimagrimento la pianta del Carciofo non può mancare: lo troviamo dunque quasi sempre nei più disparati prodotti in vendita per queste problematiche. Spesso ci imbattiamo in sciroppi con funzione dimagrante che comprendono piante depurative e drenanti e che possono andar bene all’inizio di una dieta: infatti è sempre meglio cominciare un programma di dimagrimento attivando proprio il metabolismo dei grassi e la capacità di espellerli.

Ovviamente questi preparati non fanno miracoli, né da una parte né dall’altra, quindi se si ha una reale necessità di depurarsi e fare un lavoro più profondo sul fegato è bene rivolgersi a preparati di Carciofo più concentrati e puri. Fortunatamente possiamo trovare in commercio la stessa posologia che è stata usata negli studi clinici e quindi basterà solo fare un po’ di attenzione nel leggere le etichette.

In questo periodo di festa, in cui spesso ci troviamo un po’ in difficoltà dopo le grandi mangiate,un’ottima associazione può essere Carciofo e Tarassaco dopo i pasti. Se si vuole lavorare invece sulla cistifellea e sul flusso di bile nell’intestino, prenderemo il macerato di Rosmarino. Nell’acne giovanile, dovuta a grande produzione di ormoni a cui l’organismo non è abituato, la tintura madre di Carciofo sarà utilissima insieme alla linfa di Betulla.

Controindicato in caso di allergie specifiche alla pianta o alle Asteraceae in generale e in presenza di occlusione delle vie biliari. In caso di litiasi biliare, patologia epatocellulare o spasmi intestinali, si consiglia di assumere il rimedio solo ed esclusivamente sotto il controllo di un professionista.

https://www.youtube.com/watch?v=bQgzpcRFeoA

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