La diga crollata a Orsk, nella zona russa degli Urali, ha ceduto a causa di ritardi nella manutenzione. Lo ha fatto sapere l’ufficio del procuratore regionale che sta indagando sul crollo, che ha provocato tre morti, al momento, oltre all’evacuazione di 4.208 le persone (tra cui 1.019 bambini) e all’inondazione di oltre 2.500 case. Gli evacuati sono stati indirizzati “verso i centri di accoglienza temporanei. “La diga è crollata il 5 aprile 2024, perché le misure volte a mantenere in buono stato tecnico le sue attrezzature idrotecniche non sono state prese in tempo”, ha detto la procura.
Nel frattempo l’amministrazione regionale di Orenburg ha fatto sapere che “le informazioni sulla completa distruzione della diga non corrispondono alla realtà” perchè “stiamo parlando di una diga che si estende per diversi chilometri, e solo un segmento ha ceduto”.
La struttura era stata messa in funzione nel 2010. “Le filiali dell’Autorità statale di supervisione tecnica hanno identificato in precedenza le violazioni nella manutenzione della diga e sono state inviate note all’autorità competente in merito”, ha detto l’ufficio del procuratore.
In particolare, proprio nel mese scorso la procura ha inviato al primo vicesindaco di Orsk “un avvertimento sull’inammissibilità della violazione della legge sulla protezione della popolazione e dei territori dalle situazioni di emergenza naturali e provocate dall’uomo”. Due giorni fa nella regione di Orenburg era stato dichiarato lo stato di emergenza a causa del peggioramento della situazione delle inondazioni, sono state dislocate in totale 495 strutture di alloggio temporanee con una capacita’ di oltre 82.300 persone. Le autorita’ regionali, dal canto loro, hanno citato anche lo scioglimento delle nevi che provoca “l’innalzamento” dei fiumi della regione – compresi gli Urali – come ulteriore “motivo” delle inondazioni. “Il livello dell’acqua (del fiume Ural) continuerà a salire”, ha avvertito il sindaco della citta’ di Orenburg, Sergei Salmine. “Il livello potrebbe raggiungere una soglia critica”, ha aggiunto, invitando “tutti a lasciare immediatamente le case situate nella zona alluvionata” prima di dover usare la “forza”. Le inondazioni dovute allo scioglimento delle nevi colpiscono anche il Kazakistan, paese confinante con la Russia. In un discorso alla nazione, il presidente Kassym-Jomart Tokayev ha parlato di “un disastro naturale”, “forse il più grande, in termini di dimensioni e conseguenze, degli ultimi 80 anni”.
Puoi effettuare una donazione una tantum, mensile o annuale, utilizzando PayPal.