Negli Stati Uniti, in Cina e altrove ci sono catene di pizzerie industriali che diffondono pubblicità ingannevoli affermando che la pizza è un tipico piatto statunitense. Altre usano le bandiere Italiane per reclamizzare pizze, sempre industriali, che non hanno alcun rapporto con il vero Made in Italy: non hanno legami con il sapere tradizionale dei Pizzaiuoli e non sono realizzate con prodotti della nostra agricoltura. Ovviamente le persone più informate conoscono la vera origine della pizza.
Il 26 marzo la commissione italiana per l’Unesco deciderà la candidatura di quest’anno per l’iscrizione nella lista del patrimonio immateriale dell’Umanità. La petizione lanciata su Change.org a settembre (https://www.change.org/pizzaunesco) ha superato le 30.000 firme sul web, ma ha innescato anche una grande raccolta cartacea che ci ha fatto arrivare a circa 300.000 firme: tutto questo grazie all’azione della fondazione Univerde e all’impegno concreto dei Pizzaiuoli e della Coldiretti, con la mobilitazione di questo ultimo weekend nei mercati di campagna amica e negli agriturismi e con l’intervento di centinaia di Pizzaiuoli indipendenti e di quelli della rete napoletana di Rossopomodoro.
Tuttavia ci sono ancora resistenze. Nell’anno di un’Expo troppo condizionata dalle multinazionali come McDonald’s o Nestlè, noi vorremmo che l’Italia si mobilitasse, al contrario, per prodotti Ogm Free, per difendere piccoli agricoltori e contadini, come proposto da Carlin Petrini, che ha firmato la petizione #pizzaUnesco.
L’arte dei pizzaioli napoletani – con ogni singola pizza ‘stesa’ e ‘infornata’ personalmente dal singolo Pizzaiuolo – può permettere di parlare di artigianalità attraverso la pietanza più diffusa del pianeta. La globalizzazione rischia di distruggere le radici: ecco perché serve il tuo aiuto. Occorre un ultimo impegno sulla piattaforma Change.org per dire alla Commissione Italiana per l’Unesco di scegliere giovedì 26 questa candidatura. La tua firma è importante, non permettiamo che la pizza sia strappata all’Italia:https://www.change.org/pizzaunesco. No Ogm, sì #pizzaUnesco.
Grazie mille.
Alfonso Pecoraro Scanio