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GENOCIDIO. Nuovi massacri in Cisgiordania e nella Striscia. Israele fa strage anche nel campo profughi di Nur Shams. ANP: Aiuti USA? “Un’aggressione contro la Palestina”

 

Cronaca di un genocidio. Almeno 16 cittadini palestinesi, tra cui nove bambini, sono stati uccisi all’alba di oggi in una serie di attacchi aerei e di artiglieria israeliani contro diverse case nella città di Rafah, a sud della Striscia di Gaza: lo riporta l’agenzia di stampa palestinese Wafa.

La Mezzaluna rossa palestinese ha annunciato sabato sera la morte di altre 14 persone e il ferimento di altre 11 in quella che l’esercito israeliano definisce un’operazione antiterrorismo nel campo profughi di Nur Shams, nei pressi di Tulkarem nella Cisgiordania occupata.

“Finora abbiamo recuperato i corpi di 14 martiri dal campo di Nur Shams” ha affermato l’organizzazione umanitaria.

Il Times of Isreal, che riporta pure la notizia, comunica invece l’uccisione di 10 uomini armati e l’arresto di otto palestinesi ricercati. La missione, durata più di 40 ore, ha portato alla scoperta e alla distruzione di un laboratorio per la fabbricazione di bombe, riferisce sempre la testata israeliana. Le truppe dell’IDF hanno sequestrato armi da fuoco.

Non si fermano gli attacchi israeliani a Gaza

L’esercito israeliano ha continuato a colpire la Striscia di Gaza, dove sabato sono stati eseguiti diversi attacchi. Il ministero della salute palestinese, citata da Reuters, riferisce di bombardamenti nell’area di Al-Jabalia (nel nord dell’enclave), ad Al-Nuseir (nel centro) e pure a Rafah (al sud), dove attualmente è rifugiata più della metà della popolazione della Striscia.

Nella città a ridosso dell’Egitto gli attacchi aerei hanno colpito due case famigliari uccidendo 10 persone; cinque invece le abitazioni distrutte nel centro della Striscia.

Stando alle autorità sanitarie palestinesi sono complessivamente 37 i palestinesi uccisi e 68 i feriti registrati nelle ultime 24 ore. Sabato il bilancio delle vittime tra la popolazione palestinese ha superato i 34’000 morti, riferisce il Guardian, la maggioranza dei quali donne e bambini.

Gli aiuti a Israele, “un’aggressione contro il popolo palestinese”

La presidenza palestinese ha affermato in serata che l’approvazione da parte della Camera dei Rappresentanti americana di miliardi di dollari in nuovi aiuti militari a Israele segna “un’aggressione contro il popolo palestinese”.

Il denaro “si tradurrebbe in migliaia di vittime palestinesi nella Striscia di Gaza” e in Cisgiordania, ha precisato Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente palestinese Abu Mazen, definendola una “pericolosa escalation”.

 

La missione europea nel Mar Rosso ha confermato il 18 di aprile di essere impegnata in feroci scontri con le forze yemenite. Ciò è avvenuto un giorno dopo che il suo comandante aveva lanciato un appello per l’invio di rinforzi e anche l’Unione europea aveva chiarito la sua riluttanza a un’escalation nella regione.

Il segretario generale della Marina statunitense Carlos del Toro ha dichiarato: “Abbiamo esaurito munizioni per un valore di un miliardo di dollari per far fronte a 130 attacchi contro navi americane nel Mar Rosso”. Ha aggiunto: “La spesa per le munizioni è aumentata in modo significativo e il Congresso deve accettare di aumentare la spesa in modo da poter ottenere risorse aggiuntive”.

Ha chiesto al suo governo di fornire più di due miliardi di dollari alla Marina americana affinché possa rifornirsi di munizioni e fornire tutti i tipi di misure “difensive”. Mentre il sito web militare Breaking Defense indicava: “Il Pentagono conta su un budget aggiuntivo da parte del Congresso per aiutare a rifornire il valore di 1 miliardo di dollari di munizioni che la Marina degli Stati Uniti ha esaurito a causa delle recenti operazioni navali nel Mar Rosso e nel Medio Oriente”.

Alle parole del segretario generale della Marina statunitense Carlos del Toro, hanno fatto eco quelle del leader del movimento Ansar Allah, Abdul Malik Badr al-Din al-Houthi che ha riassunto così l’attività nel Mar Rosso e Oceano Indiano da parte degli Houthi.

“Le operazioni di supporto dello Yemen hanno raggiunto le 14 operazioni in due settimane, dal Mar Rosso fino all’Oceano Indiano. L’Oceano Indiano è diventato parte delle operazioni, così come il sud di Israele”. E ancora ha aggiunto: “Abbiamo preso di mira 8 navi collegate a Israele e il numero totale di navi prese di mira raggiunge le 98 navi. Le operazioni continuano. In queste settimane diverse navi militari si sono ritirate dal Mar Rosso, e questo è utile, e tutti coloro che si sono ritirati parlano dell’efficacia delle operazioni”. “Assicuriamo agli americani, agli inglesi e a tutti gli altri che nessuno potrà mai fermare le nostre operazioni a sostegno di Gaza”.

“Non c’è pericolo per la navigazione dei paesi europei, che non si dirigono verso Israele e possono passare in sicurezza. Diciamo agli europei che è nel vostro interesse ritirare le vostre unità che vi costano molto e vi coinvolgono in pericoli e scaramucce per conto degli americani. Attraverso il coordinamento con il nostro Paese, qualsiasi Paese può attraversare il mare senza essere preso di mira. L’impatto sulla sicurezza della navigazione e dell’attraversamento delle navi è la congestione delle navi da guerra nel Mar Rosso. Gli israeliani ammettono il fallimento e le loro perdite economiche”.

Il 19 aprile l’agenzia internazionale Standard & Poor’s ha annunciato la riduzione del rating creditizio israeliano a seguito dell’attacco iraniano e prevede che il deficit pubblico salirà all’8 per cento quest’anno

Al Houhi ha chiosato: “Le perdite israeliane continuano ad aumentare a causa dell’impedimento dell’attraversamento delle sue navi e delle navi ad essa associate. Le perdite americane e britanniche e i paesi coinvolti in questi oneri stanno aumentando anche le assicurazioni e i prezzi in aumento. La soluzione nell’interesse di tutti è fermare l’aggressione, porre fine all’assedio di Gaza e fornire cibo e medicine”.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

 

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