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Gli Usa bombardano la Siria. L’Europa cincischia

Mentre la guerra è entrata nel suo 21 giorno e continuano i lanci di razzi di Hamas contro Israele, compresi missili a lungo raggio, e gli attacchi aerei israeliani su Gaza, rimane il rischio di un allargamento del conflitto. L’esercito Usa ha lanciato attacchi aerei su due località nella Siria orientale collegate al Corpo delle Guardie rivoluzionarie iraniane, ha fatto sapere il Pentagono. Gli attacchi sono stati sferrati da caccia F-16 nella notte vicino ad Abu Kamal, una città siriana al confine con l’Iraq.

L’operazione, nella zona orientale siriana, ha dichiarato il segretario alla Difesa Lloyd Austin, “è la risposta agli attacchi portati avanti da gruppi sostenuti dall’Iran nei confronti di personale americano in Iraq e in Siria”. Il Pentagono parla di “attacchi di precisione di autodifesa”.

Gli attacchi arrivano dopo che il Pentagono ha confermato che almeno 21 soldati americani hanno subito ferite lievi in diversi attacchi di droni da parte delle milizie filo-iraniane in Iraq e Siria dal 17 ottobre. Inoltre, un appaltatore civile impiegato dagli Usa è morto di infarto mentre si riparava dagli attacchi filo-iraniani. Il Pentagono non ha fornito dettagli sulle possibili vittime dei suoi attacchi ma ha il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha assicurato che gli States non cercano il conflitto né hanno “l’intenzione o il desiderio di partecipare ad ulteriori ostilità”.

Lloyd ha chiarito anche che questi attacchi non sono legati alla risposta degli Stati Uniti al conflitto tra Israele e Hamas, e ha chiesto a tutti i Paesi di evitare di adottare misure che potrebbero contribuire alla diffusione della guerra in altre regioni.

La situazione nella Striscia resta drammatica
La situazione all’interno della Striscia intanto rimane drammatica: la Mezzaluna Rossa Palestinese ha affermato che 12 camion di aiuti umanitari sono entrati a Gaza attraverso il valico di Rafah con l’Egitto, ma nessun camion di carburante è ancora arrivato nella Strsicia. Complessivamente, dall’inizio del conflitto, sono entrati a Gaza 74 camion di aiuti.

Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, dall’inizio della guerra sono stati uccisi 7mila palestinesi a Gaza. Un portavoce di Hamas ha affermato che circa 50 ostaggi sono stati uccisi a Gaza a causa degli attacchi israeliani. Ieri, il ministero della Sanità di Gaza ha pubblicato un documento di 212 pagine con elenchi di nomi e numeri di identificazione di 7.028 palestinesi che secondo le autorità di Hamas sono stati uccisi dai bombardamenti israeliani dal 7 ottobre, dopo che il presidente Usa, Joe Biden aveva messo in dubbio l’attendibilità dei report palestinesi sul numero di persone uccise e ferite durante l’assalto israeliano a Gaza.

Sul fronte politico, i leader dei 27 Stati membri dell’UE hanno chiesto all’unanimità “corridoi umanitari e pause” nei bombardamenti su Gaza per consentire a cibo, acqua e forniture mediche di raggiungere i palestinesi. In un testo di compromesso, concordato dopo ore di discussioni, i capi di Stato e di governo dei 27 hanno dichiarato che l’UE “ribadisce l’importanza di garantire la protezione di tutti i civili in ogni momento in linea con il diritto umanitario internazionale” e “deplora tutti perdita di vite civili”.

Non sappiamo quale tipo di nuovi equilibri o di baratri produrrà il bagno di sangue in corso in Palestina e Israele. Quello che è certo è che Israele sta seppellendo con le proprie mani ogni possibile interlocuzione a venire con il mondo arabo-islamico. E le sole relazioni con Usa e Ue potrebbero non bastare più. E’ per questo che appare del tutto sconsiderata – oltre che immorale – la posizione di complicità dei governi europei verso Israele. Aver omesso la parola “cessate il fuoco” dalla risoluzione approvata dal Consiglio Europeo ne è la dimostrazione. Per un paese euromediterraneo come l’Italia poi è un vero suicidio, oltre che una vergogna politica.

Nel frattempo infatti Emirati Arabi Uniti, Giordania, Bahrein, Arabia Saudita, Oman, Qatar, Kuwait, Egitto e Marocco hanno condannato gli attacchi contro i civili e le violazioni del diritto umanitario internazionale nella Striscia di Gaza.

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