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Hamas, trovata terza fossa comune ad al-Shifa. Unrwa: “Circa cinquantamila persone evacuate in 48 ore”. Israele affida a contractor americani la gestione del valico di Rafah

Hamas ha annunciato che squadre mediche hanno trovato una terza fossa comune all’interno dell’ospedale al-Shifa di Gaza City con 49 corpi finora recuperati.
Secondo Hamas finora sono state trovate un totale di sette fosse comuni all’interno degli ospedali di Gaza.

“Circa cinquantamila persone” hanno lasciato la città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, nelle ultime 48 ore dopo l’ordine di evacuazione arrivato da Israele. Lo ha detto alla Cnn il vice direttore per gli Affari a Gaza dell’agenzia Onu Unrwa, Scott Anderson. “Abbiamo registrato circa cinquantamila persone in partenza da Rafah nelle ultime 48 ore. Li abbiamo visti andare a Khan Younis, alcuni sono andati nell’area umanitaria ampliata di Al-Mawasi, altri sono andati a Deir al-Balah”, ha precisato Anderson.

Lunedì scorso l’esercito israeliano ha ordinato ai residenti dei quartieri orientali di Rafah di lasciare immediatamente la zona, consigliando di recarsi nell’area umanitaria della città costiera Al-Mawasi. Interpellato su questa area, Anderson ha detto che “certamente non ha le infrastrutture che ci si aspetterebbe”, aggiungendo che ospita già oltre 400mila persone: “È essenzialmente una zona sabbiosa, quindi non ci sono infrastrutture fognarie, né infrastrutture idriche. Non ci sono strade che portano lì”. Riguardo a Khan Younis, il funzionario Unrwa ha rimarcato che le persone si troveranno in un’area devastata dalla guerra.

Israele si è impegnato con gli Stati Uniti e l’Egitto a limitare il suo attacco alla città palestinese di Rafah e avrebbe assicurato che con il suo “unico obiettivo” sarebbe quello di negare ad Hamas il controllo della frontiera tra Gaza e l’Egitto. Lo scrive oggi il quotidiano Haaretz aggiungendo che l’intenzione di Israele è di assegnare la gestione di sicurezza del terminal a una società privata statunitense. Secondo il giornale Stati Uniti ed Egitto avrebbero accettato questa soluzione ma il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller ha detto di non essere a conoscenza di questo accordo.

La società prenderà l’incarico del controllo di sicurezza del valico una volta che l’esercito israeliano avrà concluso le sue “operazioni”. Israele si è inoltre impegnato a non danneggiare le strutture del terminal per garantirne il funzionamento futuro.

L’azienda, di cui Haaretz non riferisce il nome, ha operato in diversi paesi africani e del Medio Oriente, sorvegliando siti strategici come giacimenti petroliferi, aeroporti, basi militari e valichi di frontiera sensibili. Impiega veterani di unità d’élite dell’esercito americano e si occuperà del monitoraggio delle merci che arrivano nella Striscia di Gaza dall’Egitto. Israele e gli Stati Uniti la assisteranno se necessario, scrive sempre il quotidiano israeliano.

Israele ritiene che la perdita del controllo del valico di Rafah infliggerebbe un duro colpo al movimento islamico che non potrebbe riscuotere le tasse sull’ingresso di camion carichi di merci e sul passaggio delle persone. Secondo la Gaza Crossings Authority, tra gli ottomila e i diecimila palestinesi della Striscia di Gaza sono fuggiti in Egitto e da lì in altri paesi dall’inizio della guerra.

Prima dell’invasione di terra di Rafah, il governo Netanyahu aveva affermato che il fine dell’operazione è quello di “esercitare pressione su Hamas” per spingerlo a liberare gli ostaggi israeliani a Gaza.

 

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