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I nostri vivai non in regola con i parametri UEFA

In seguito ad una nuova indagine apparsa sui principali quotidiani sportivi qualche giorno fa, è emerso che nessuna delle 20 squadre di Serie A sarebbe in regola con i nuovi parametri UEFA in fatto di giovani: l’inserimento in rosa di quattro calciatori cresciuti nel vivaio e di quattro di formazione italiana. La Federazione Italiana Giuoco Calcio ha varato le riforme che entreranno in vigore dalla stagione 2015-2016: rose di 25 giocatori, fair-play finanziario, limitazioni agli extracomunitari e casi di ineleggibilità e decadenza. Il presidente Giancarlo Tavecchio e il consigliere Claudio Lotito sono apparsi visibilmente soddisfatti, mentre i calciatori non hanno esultato come al momento di un gol e pure l’A.I.A.C. (Associazione Italiana Allenatori Calcio) alla quale appartengo si è mostrata scontenta. Ma procediamo con ordine.

Le rose dovranno essere di 25 calciatori tesserati sul modello UEFA, ma nella lista ne dovranno essere inseriti almeno quattro cresciuti in Italia e quattro nel vivaio del club in questione. Libero invece sarà il tesseramento dei calciatori under 21. Rimane il tetto fissato a 40 dei nuovi arrivi extracomunitari. Se però la società acquista un giocatore cosiddetto con curriculum (2 presenze in lista gara ufficiale nella stagione in corso o 5 presenze in lista gara in carriera), non si è obbligati a cedere all’estero un altro calciatore extracomunitario. Riguardo poi al fair-play finanziario, come afferma pure Lotito prevede il pareggio di bilancio con un periodo di accompagnamento limitato per rispettare la norma. Resta il minimo di un anno di sentenza di condanna passata in giudicato per l’ineleggibilità e decadenza dalle cariche per i dirigenti, soltanto per i reati per i quali è prevista una pena superiore ai tre anni.

E’ stata approvata anche la riforma dei “giovani di serie”: il giovane extracomunitario al primo tesseramento deve essere residente in Italia e deve essere entrato nel nostro Paese con i genitori non per ragioni sportive e comunque deve aver frequentato la scuola per almeno quattro anni (questi calciatori però non possono essere utilizzati per sostituire un nuovo calciatore extracomunitario); si può sostituire invece un calciatore extracomunitario soltanto se esista un contratto da professionista da almeno tre anni.

Tutto ciò premesso, andiamo ora a vedere quanti dei calciatori in rosa delle nostre società del massimo campionato di calcio sono cresciuti nel vivaio, quanti comunque in Italia e quanti invece all’estero. Dai dati emersi dalle recenti inchieste, risulta in modo inequivocabile che la società capace di garantire possibilità maggiori ai giovani di arrivare in Serie A è l’Empoli, che ha 10 elementi provenienti dal vivaio. A Verona invece non succede niente: il Chievo è campione in carica con la formazione Primavera, ma non presenta nell’organico di Serie A nessun giovane cresciuto nel vivaio così come l’Hellas di Mandorlini, che ha 18 calciatori provenienti dall’estero e 9 italiani, ma nessun giovane cresciuto nel settore giovanile.

Non è un caso che anche nella Capitale i ragazzi di Roma e Lazio considerino la cittadina toscana una meta da raggiungere per avere migliori prospettive di crescita, soprattutto in funzione di un approdo naturale in prima squadra che spesso nella Capitale non arriva o tarda ad arrivare: un esempio per tutti è Florenzi, che grazie alla sua caparbietà si è conquistato quel posto che molti addetti ai lavori credevano non meritasse fin dalle giovanili. Nel centro sportivo di Monteboro, situato in collina poco distante da Empoli, si può lavorare in tranquillità dalla scuola calcio fino alla primavera, con una precisa metodologia che negli ultimi anni è stata affidata alla competenza e serietà di Massimiliano Cappellini. Il risultato non è un obbligo ma spesso arriva lavorando con estrema attenzione sulla coordinazione e sulla purezza del gesto tecnico individuale prima, poi sulla tattica individuale (detta anche tecnica applicata, che è quella situazionale) in un percorso progressivo di valorizzazione e crescita.

Ho visto spesso giocare lo scorso anno l’Empoli di Sarri in Serie B. Calciatori come Daniele Rugani (nella foto) e Mirko Valdifiori, ma anche Hysaj e Tonelli, Croce e Mário Rui, Verdi e Pucciarelli non sono per me assolutamente una sorpresa: giocavano bene allora e giocano bene ora nella Serie A dei grandi, quella di Chiellini e Pirlo, di Tévez e Pogba, Totti e Gervinho, Higuaín e Di Natale che era lì proprio come me, quel venerdì 30 maggio scorso al “Castellani”, ad ammirare il ritorno nel calcio dei grandi di una cittadina accorsa allo stadio, per festeggiare la nuova e meritata conquista. Poi il mercato a zero spese, la politica dei giovani che sta dando i suoi frutti e un allenatore confermato nel momento di maggiore difficoltà. Anche l’Atalanta è storicamente una big del calcio giovanile, mentre la novità è rappresentata dal Sassuolo, che ha risorse e capacità per competere con tutti. Ecco il quadro attuale della nostra Serie A:

Calciatori in rosa (cresciuti in Italia/cresciuti all’estero/cresciuti nel vivaio):
Atalanta: 28 (Italia 12/Estero 9/Vivaio 7); Cagliari: 29 (Italia 14/Estero 8/Vivaio 7); Cesena: 32 (Italia 18/Estero 8/Vivaio 6); Chievo: 27 (Italia 13/Estero 14/Vivaio 0); Empoli: 28 (Italia 12/Estero 6/Vivaio 10); Fiorentina: 35 (Italia 5/Estero 24/Vivaio 6); Genoa: 30 (Italia 11/Estero 12/Vivaio 7); Inter: 28 (Italia 3/Estero 17/Vivaio 8); Juventus: 27 (Italia 10/Estero 13/Vivaio 4); Lazio: 28 (Italia 6/Estero 18/Vivaio 4); Milan: 28 (Italia 10/Estero 14/Vivaio 4); Napoli: 28 (Italia 4/Estero 20/Vivaio 1 + 3 giovani in lista UEFA); Palermo: 30 (Italia 10/Estero 19/Vivaio 1); Parma: 30 (Italia 17/Estero 11/Vivaio 2); Roma: 30 (Italia 7/Estero 19/Vivaio 4); Sampdoria:29 (Italia 15/Estero 12/Vivaio 2); Sassuolo: 28 (Italia 22/Estero 4/Vivaio 2); Torino:30 (Italia 11/Estero 15/Vivaio 1 + 3 giovani in lista UEFA); Udinese: 32 (Italia 7/Estero 23/Vivaio 2); Verona: 27 (Italia 9/Estero 18/Vivaio 0).

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