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I prodotti biologici salveranno gli agricoltori ucraini

9RIAN_00969635.HR.ru (1)Gli storici non sanno dirci però se ciò sia verità o invenzione. Resta il fatto che la terra ucraina è ancora oggi considerata una delle migliori. Negli ultimi decenni, è molto cresciuta la domanda di prodotti biologici. L’Ucraina è in grado di occupare questa nicchia di mercato ed entrare nelle preferenze dei clienti europei con i suoi prodotti a marchio “bio”?

Senza prodotti chimici, organismi geneticamente modificati e contaminazione esterna durante la produzione, ossia tutto ciò che caratterizza i moderni prodotti agricoli etichettati come “biologici”. L’Ucraina per sua natura può occupare il mercato dei prodotti biologici e del latte in Europa, ma esistono degli ostacoli. Recependo la domanda di prodotti bio, i produttori ucraini appiccicano l’etichetta “bio” su molti loro prodotti. Tuttavia, la maggior parte di essi non corrisponde agli standard ecologici, non ha una comprovata certificazione ambientale riferita alla filiera produttiva la quale, talvolta, risulta anche pericolosa per la salute. Così questo diventa un prefisso alla moda, un comune trucco di marketing. Ma è ancora possibile correggere la china intrapresa, ha detto il capo redattore della “Agrarnoe Obozrenie” Konstantin Lysenko:

È necessario risolvere due ordini di problemi. In primo luogo, creare adeguate condizioni di produzione. Bio non significa solo produrre senza fertilizzanti. Bisogna pensare allo specifico benessere degli animali, alle condizioni ambientali. Se intorno a voi sorgono degli stabilimenti industriali, ma voi rispettate tutte le regole dell’agricoltura biologica, comunque non riuscirete a ottenere un prodotto biologico. Un secondo aspetto riguarda i regolamenti. Non vedo ostacoli, ma l’Ucraina dovrà fare ancora tanta strada.

Nel frattempo in Ucraina non esistono regole chiare per la certificazione dei prodotti biologici. Il quadro normativo è ancora troppo grossolano e richiede dettagliati approfondimenti, dicono gli esperti. Affinché gli agricoltori ucraini possano fornire i propri prodotti biologici all’Unione europea, è necessario passare attraverso il processo di certificazione di cui si occupano le società private espressamente accreditate dall’Unione europea. La certificazione dei prodotti biologici impone ai produttori il rispetto di centinaia di condizioni. L’elenco delle norme comprende il divieto nell’uso di pesticidi, antibiotici, ormoni della crescita, coloranti, esaltatori di sapidità. La certificazione può creare un vero mal di testa per i produttori, dice Aleksandr Konovalov capo della fattoria biologica “Konovalovo”:

Il processo di certificazione prevede un certo periodo di tempo al fine della conversione del processo produttivo. Entro tre anni il produttore si trova in un periodo di transizione. Contemporaneamente occorre soddisfare una serie di requisiti. Quando l’organizzazione che certifica l’impresa sarà sicura del rispetto di questi requisiti, potrà rilasciare il certificato ad un gruppo definito di prodotti. Ogni anno l’azienda agricola deve confermare questa certificazione.

Tutte queste procedure influiscono in modo significativo sul prezzo finale delle produzioni biologiche. Per questo il “Bio” ha costi aggiuntivi di almeno il 50% maggiori rispetto alle coltivazioni ordinarie. È chiaro che, nel clima economico attuale, a permettersi il latte bio e le eco-patate sono solo alcuni clienti. In Europa, la situazione è ribaltata. Se il mercato bio in Ucraina vale meno di dieci milioni di euro, in Europa sale ad oltre 20 miliardi. Fa notare Aleksandr Konovalov:

I Paesi dell’Unione Europea sono interessati ad acquistare prodotti rispettosi dell’ambiente, purché siano certificati. Pertanto essi sono ben disposti a prendere in considerazione tali offerte. E se i prodotti saranno esportati, un prezzo adeguato farà sì che essi siano appetibili ai consumatori occidentali.

Partendo da zero, gli analisti stimano che occorreranno almeno cinque anni affinché si abbiano i relativi prodotti sugli scaffali dei negozi europei. E, aspetto essenziale, gli agricoltori necessitano di un robusto sostegno finanziario. Anche questo rappresenta un problema. Gli investitori occidentali sono scoraggiati dall’alto rischio di volatilità e i propri investitori sono quasi del tutto scomparsi in Ucraina. Così nel prossimo futuro non apparirà una produzione biologica di massa così come non ci saranno incrementi nell’export dall’Ucraina. Tuttavia nel Paese operano alcune piccole imprese nel settore “bio” nei mercati locali e sono predisposte a crescere. Se riusciranno a trovare i soldi per il costoso processo di certificazione, faranno da pionieri ed apriranno per prime una finestra verso l’Europa.

Tatiana Golovanova (La Voce della Russia)

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