Un collaboratore di Navalny è stato aggredito a martellate in Lituania. Si tratta di Leonid Volkov e martedì sera è stato aggredito a colpi di martello e gas lacrimogeno mentre si trovava fuori dalla sua abitazione a Vilnius, in Lituania, dove risiede ormai da anni in esilio volontario per motivi di sicurezza e per fuggire alle persecuzioni del governo russo. Volkov ha subito una frattura al braccio e diverse contusioni alle gambe, ed è stato dimesso dall’ospedale. In un videomessaggio ha affermato che non fermerà il proprio impegno contro il regime del presidente Vladimir Putin e al fianco del team creato da Alexei Navalny, il dissidente russo che lo scorso mese è morto mentre si trovava in una colonia penale nel circolo polare artico. Fino allo scorso anno Volkov è stato il presidente della Fondazione anticorruzione creata da Navalny ed è stato uno dei suoi principali avvocati durante le diverse cause legali che ha dovuto affrontare. Secondo il presidente lituano, Gitanas Nausėda, l’aggressione è stata pianificata direttamente dalle autorità russe. L’intelligence lituana sostiene infatti che probabilmente l’attacco a Volkov è stato messo in atto dal governo russo per cercare di impedire ai collaboratori di Navalny di organizzare proteste anti-governative durante le prossime elezioni presidenziali russe, che si terranno tra il 15 e il 17 marzo.
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