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Il Ruanda commemora i trent’anni dal genocidio. In cento giorni furono uccise circa 800mila persone

Oggi i ruandesi commemorano i trent’anni da quando il genocidio organizzato dagli estremisti hutu ha dilaniato il Paese, in uno dei massacri più sanguinosi del XX secolo.
La serie di omicidi, durata cento giorni prima che le milizie ribelli del Fronte patriottico ruandese (RPF) prendessero Kigali nel luglio 1994, costò la vita a circa 800mila persone, in gran parte tutsi ma anche hutu moderati.

Da allora la piccola nazione ha trovato il proprio equilibrio sotto la guida ferma del presidente Paul Kagame, che guidava l’RPF, ma i segni di quella violenza rimangono.
Come da tradizione, il 7 aprile – il giorno in cui le milizie Hutu scatenarono la carneficina nel 1994 – sarà celebrato dall’accensione di una fiamma commemorativa da parte di Kagame al Kigali Genocide Memorial, dove si ritiene siano sepolte più di 250mila vittime.

 

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