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Intifada delle Università. Sembrano pantere. A Palermo è tutto pronto per la mobilitazione studentesca nazionale prevista per il 15 maggio

A suo tempo partì da Palermo un movimento contro la cosiddetta “Legge Ruberti” (un provvedimento che facilitava l’ingresso dei privati nelle università italiane) e si diffuse rapidamente in tutta Italia. Anche quella volta il movimento iniziò laddove le contraddizioni si sommavano, si concentravano: in quel caso fu a Palermo, oggi accade negli USA. Allora si diffuse in un Paese, questa volta si sta diffondendo a livello mondiale.

Credo che da noi ci siano parecchi motivi per farsi sentire. Forse le nuove generazioni cominciano a capire che le università sono l’ultimo spazio che li vede in tanti, insieme, come una forza potenziale: dopo quel periodo verranno spediti e polverizzati nel mondo del lavoro, il più delle volte sottopagato o precario. Un mondo che li aspetta per triturarli, chi più chi meno. Oppure andranno all’estero. Penso anch’io, come hanno detto in tanti, che qui si lotti per la Palestina, certo, ma anche per noi.

Andrea De Lotto

In Europa tende e proteste sono in atto nei campus universitari di Paesi Bassi, Germania, Finlandia, Norvegia, Danimarca, Belgio, Spagna, Portogallo, Gran Bretagna, Italia, Irlanda, Austria e Svizzera.

Le ultime novità. Martedì il governo spagnolo si è detto “orgoglioso” delle iniziative degli studenti. “Esercitano il loro pensiero critico e lo trasmettono alla società”, ha detto la ministra dell’Università iberica Diana Morant. Mobilitazioni sono in corso da giorni negli atenei di Barcellona, Valencia, Madrid e nei paesi baschi. Da martedì si sono estese anche alle università portoghesi. Studenti sono accampati nella facoltà di Psicologia dell’Università di Lisbona, e dimostrazioni si sono svolte di fronte al Rettorato dell’Università di Oporto. Studenti pro-Palestina si sono accampati anche all’Università di Vienna. In Inghilterra Cambridge e Oxford hanno permesso ai manifestanti di continuare la mobilitazione. Il Trinity College irlandese ha promesso di disinvestire dalle società che operano nei territori palestinesi occupati di Gaza e Cisgiordania. Cinque università norvegesi hanno anche reciso i legami con le università israeliane che considerano complici della guerra mentre lavoravano per porre fine ai contratti di appalto con fornitori legati all’esercito israeliano o agli insediamenti illegali.

Tante iniziative annunciate in Italia. Il 15 maggio è stata indetta una “Intifada delle Università”, una mobilitazione studentesca nazionale organizzata dal movimento Giovani Palestinesi. All’università di Padova venerdì 10 maggio, alle 18.30, nel cortile del dipartimento di storia ci sarà un’assemblea pubblica “per la Palestina”. Nella stessa giornata, a Bari, ci sarà un’assemblea pubblica alle 15.30, nel cortile di ateneo in via Nicolai, “verso le tendate”. Ancora, il 10 maggio, al Politecnico di Milano è prevista un’assemblea a piazza Leonardo alle 18.00 “per organizzare l’accampamento”. Il 13 maggio le tende dovrebbero arrivare anche a Venezia. L’appuntamento è alle 9 “in rettorato Cà Foscari sede centrale”, come scritto sui social dal collettivo universitario Liberi Saperi Critici. Le tende sono arrivate all’università di Palermo dove è prevista un’assemblea studentesca “al prato di fronte all’edificio 19” ore 17.30 “per costruire insieme l’intifada studentesca verso il 15 maggio”.

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