Diritti, Mondo

Iran, eseguite quattro condanne a morte. Amnesty: alla forca i più poveri, triplicate le esecuzioni per reati legati alla droga

L’Iran ha annunciato l’esecuzione di quattro condanne a morte nei confronti di persone accusate di essere “sabotatori” legati al Mossad, i servizi segreti di Israele. “4 membri della squadra di sabotatori legati al regime sionista, che avevano commesso importanti azioni contro la sicurezza del Paese sotto la direzione degli agenti del Mossad,sono stati giustiziati stamane al termine delle procedure legali”, si legge in un comunicato. La Corte d’Appello aveva respinto i ricorsi dei legali dei giustiziati.

Secondo l’ultimo rapporto di Amnesty international sulla pena di morte nel mondo, nel 2022 l’Iran è risultato al secondo posto nel mondo per numero di esecuzioni dopo la Cina, passando dai 314 casi del 2021 ai 576 nel 2022.

Sempre secondo Amnesty le impiccagioni sono triplicate per reati di droga. Già 173 nei primi mesi di quest’anno, quasi il triplo rispetto al 2022. L’organizzazione umanitaria ha indagato sulla natura dei reati.  Queste hanno riguardato per lo più cittadini provenienti da ambienti marginalizzati ed economicamente svantaggiati.

“La vergognosa velocità con cui le autorità iraniane eseguono condanne a morte per reati di droga, in violazione del diritto internazionale, mostra  la loro mancanza di umanità e il loro profondo disprezzo per il diritto alla vita. La  comunità internazionale deve assicurare che la cooperazione nelle iniziative contro il  traffico di droga non contribuisca, direttamente o indirettamente, all’arbitraria  privazione della vita e ad altre violazioni dei diritti umani in Iran”, ha dichiarato  Diana Eltahawy, vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente e  l’Africa del Nord.

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