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La Ue dà un calcio ai razzisti misogini

L’orribile gaffe di Carlo Tavecchio non è passata inosservata nemmeno a Bruxelles. Durante l’assemblea della Lega nazionale dilettanti di cui è presidente, il candidato principale alla presidenza della Figc, si è scagliato contro i giocatori che “prima mangiavano banane e adesso giocano titolari” senza bisogno di dimostrare il proprio curriculum, come invece accade in Inghilterra. Un’uscita decisamente poco felice, subito condannata dalla Fifa che ha chiesto chiarezza sulle parole del possibile successore di Giancarlo Abete: in una lettera alla Figc, la Federcalcio internazionale ha chiesto di “adottare le misure appropriate per indagare a decidere sulla questione”.

Completamente d’accordo sul richiamo anche la Commissione europea che loda l’iniziativa della Fifa e ricorda che “la non discriminazione è la pietra angolare della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”. Per Dennis Abbott, portavoce della Commissione Ue per lo sport, “il razzismo e ogni altra forma di discriminazione non devono avere posto nel calcio”. Il portavoce, pur sottolineando che “la Commissione riconosce in pieno l’autonomia delle federazioni sportive”, sottolinea che occorre “eliminare il razzismo dal calcio” che “in quanto sport più popolare in Europa ha delle responsabilità particolari nella lotta al razzismo”. Per questo l’esecutivo Ue ha “accolto con favore il fatto che la Fifa abbia richiesto alla Figc di aprire un’indagine sulle dichiarazioni” di Tavecch.

Non sono pochi neanche i politici italiani, come Ermete Realacci, che chiedono a Tavecchio di “fare un passo in indietro“. In queste ore, poi, viene riproposta in rete un’altra uscita parecchio infelice del presidente della Lega Nazionale Dilettanti. Ai microfoni della trasmissione di Rai 3 Report Tavecchio ha dichiarato, testuale. “ Noi siamo protesi a dare in questo momento una dignità anche sotto l’aspetto estetico della donna nel calcio. Perchè finora si riteneva che la donna fosse un soggetto handicappato rispetto al maschio sotto l’aspetto sulla resistenza, sul tempo, sull’espressione atletica.
Invece abbiamo riscontrato che le donne sono molto simili ai maschi”. All’epoca Carlo Tavecchio era il “semplice” presidente della Lega Nazionale Dilettanti, non il probabile numero 1 del calcio italiano, e la sua scivolata era passata sotto silenzio. Dopo la diffusa indignazione determinata dalla sua frase sull’imaginario “Opì Pobà”  le dichiarazioni di Tavecchio, vecchie di qualche mese, sono state riprese da diversi siti alimentando il diffuso clima di ostilità nei confronti della sua candidatura. In queste ore diverse società hanno ritirato il loro appoggio nei confronti del manager sportivo, che però, al momento, appare ancora il favorito per l’incarico di successore di Abete alla guida della Figc. Il più grande avversario di Tavecchio appare Tavecchio stesso, che dovrebbe avere il buon gusto di desistere vista l’immagine parecchio deteriorata del calcio italiano.

https://www.youtube.com/watch?v=sbbHWTsYeiM

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