Cultura

L’AMORE E LA CUCINA NEL FILM IN CONCORSO A CANNES

Juliette Binoche e Benoit Magimel sono i protagonisti del film La Passion de Dodin Bouffant, in concorso a Cannes 2023. Diretto da Tran Anh Hung, intreccia amore e cucina per una storia che trae ispirazione da un celebre libro.

Il regista di origine vietnamita Tran Anh Hung porta in concorso al Festival di Cannes 2023 il film La Passion de Dodin Bouffant, adattamento dell’omonimo libro di Marcel Rouff. Interpretato da Juliette Binoche e Benoit Magimel, si è avvalso della consulenza dello chef Pierre Gagnaire (tre stelle Michelin) e arriverà nelle sale italiane grazie a Lucky Red.

La storia del film La Passion de Dodin Bouffant ha sullo sfondo il mondo della gastronomia. Eugénie, cuoca senza eguali, lavora da vent’anni al servizio del famoso gastronomo Dodin. Con il passare del tempo, la cucina e l’ammirazione reciproca hanno fatto sì che tra i nascesse una relazione romantica. Dal loro sodalizio, pubblico e privato, sono nati piatti gustosi e delicati che hanno deliziato tutti coloro che li hanno assaggiati. Tuttavia, Eugénie, desiderosa della sua libertà, non ha mai voluto sposare Dodin. All’uomo, non resta che giocarsi un’ultima carta per farle cambiare idea: cucinare per la prima volta solo per lei.

“Ero da tempo alla ricerca di un soggetto sulla gastronomia come forma d’arte quando mi sono imbattuto nel libro La vie et la passion de Dodin Bouffant, gourmet, scritto da Marcel Rouff”, ha spiegato il regista Tran Anh Hung a proposito della genesi del suo film. “Al suo interno, c’erano pagine magnifiche sulla gastronomia”.

Il libro di Rouff, tuttavia, comincia con la brutale morte di Eugénie Chatagne al suo ritorno dal mercato. Il regista, invece, sceglie di cominciare il suo film mettendo in scena Eugénie ancora in forma e vitale al fianco di Dodin. “Ho preferito raccontare la storia che procede l’opera di Rouff. Sono stato lasciato libero di immaginare il tipo di rapporto che Eugénie e Dodin intrattenevano e avevano saputo mantenere. Ciò mi ha dato l’opportunità di esplorare un tema poco trattato al cinema: la coniugalità”.

Sebbene la storia di svolga all’inizio del Novecento, tra i due protagonisti ci sono un’alterità e una complicità non comuni per l’epoca. “Trovo meraviglioso vedere persone della loro età, non più giovanissimi, amarsi in quel modo. Dodin ama la vita in un modo che definirei molto francese. Il loro non è un amore iper romantico e nemmeno frutto di una passione esasperata: lo vivono semmai in maniera misurata. Mi piace molto questa forma di morbidezza e moderazione che ritroviamo nell’arte e nello spirito francese. Ecco perché penso che il mio film, La Passion di Dodin Bouffant, sia molto francese”.

Tuttavia, tra Eugénie e Dodin esiste una sola grande barriera, quel matrimonio che Dodin continua a proporre a Eugénie e che lei rifiuta. “La bellezza della loro relazione viene dalla resistenza di Eugénie”, ha continuato il regista. “Se Dodin è ancora così innamorato di lei dopo tutti quegli anni è proprio perché sente che qualcosa di lei le sfugge ancora, quella parte di Eugénie che resiste e che rimane un mistero”.

L’ARTE DELLA CUCINA
Nel film La Passion de Dodin Bouffant, quando si tratta di cucinare, il legame tra Eugénie e Dodin diventa perfetto. E la loro alchimia eleva le loro preparazioni a grande arte. “Cos’è l’arte che non una capacità di apprezzamento? La gastronomia si prende cura di un senso inaccessibile alle altre arti: il gusto”, ha evidenziato il regista Tran Anh Hung. “Un artista della gastronomia è colui che ha la capacità di distinguere sapori che altri non sanno distinguere così bene ma anche quella di saper mescolare, dosare ed equilibrare sapori, profumi, consistenze, temperature”.

“Brillat-Savarin è stato il primo a scrivere un libro sulla filosofia della gastronomia, un libro bellissimo da cui ho tratto molta ispirazione per il film. Scopriamo a un certo punto come sia stata la Francia a dare ordine al settore: sono stati i francesi a decidere come preparare un piatto in un modo anziché in un altro, a stabilire come apparecchiare un tavolo e ad associare un vino a una pietanza anziché un altro. Non è un caso che la gastronomia francese rimanga ancora oggi una delle migliori al mondo”.

“E non casualmente nel film Dodin fa spesso riferimento ad Antonin Careme, il cuoco di Talleyrand, o ad Auguste Escoffer. Solo tredici anni separano la morte di Careme dalla nascita di Escoffer, colui che con César Ritz creerà un impero dell’arte culinaria in Europa con i loro palazzi, prima a Monaco, poi a Londra e infine a Parigi. Ancora oggi, quando un cuoco è affronta una crisi esistenziale, apre il libro di Escoffier per ritrovare ispirazione ed energia”.

Pietro Cerniglia

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