Politica

LET THAT SINK IN Elon Musk alla Casa Bianca. La domanda viene spontanea: riuscirà l’esportatore di democrazia a digeririre anche questo

Nelle ultime settimane gli organi di informazione di tutto il mondo si sono concentrati sui due protagonisti della campagna elettorale per la presidenza degli USA. Sullo sfondo però si staglia una figura che definire inquietante è poco, si tratta di Elon Musk. Elon Musk è una figura complessa, caratterizzata da una personalità ambiziosa, visionaria e spesso controversa. C’è stato un momento in cui sembrava, almeno al grande pubblico, il profeta che avrebbe salvato il mondo da sé stesso.

Un uomo geniale in grado di far superare all’umanità l’impasse in cui si era cacciata. Mosso da ambizioni megalomani più che dall’avidità di altri giganti della Silicon Valley. Sembrava diverso da altri personaggi del suo calibro per la sua visione a lungo termine, che va ben oltre gli orizzonti immediati del business, motivato dall’idea di risolvere problemi globali, come la sostenibilità energetica (tramite Tesla) e la colonizzazione di Marte (tramite SpaceX).  Poi la sua immagine ha cominciato a offuscarsi. Con l’appoggio a politiche di destra estrema e la decisione di affiancare Donald Trump nella sua campagna elettorale, la crisi di Twitter, la difesa di posizioni complottiste in molti si sono chiesti cosa fosse accaduto.

La domanda se Elon Musk possa rappresentare un pericolo per l’ordine mondiale e la democrazia è un tema che è cominciato ad essere dibattuto.  Si è iniziato a valutare se potesse rappresentare un pericolo per l’ordine mondiale e la democrazia che dipende da vari fattori legati al suo comportamento, alle sue azioni e all’influenza che esercita attraverso le sue aziende e la sua personalità pubblica.

L‘appoggio alla campagna elettorale di Trump ha fatto sì che Musk virasse su posizioni polarizzanti sui social media, dove le sue dichiarazioni hanno creato divisioni. In un contesto politico già fortemente polarizzato, una figura come Musk ha contribuito a esacerbare le tensioni, alimentando populismo e ideologie estremiste, che rischiano di influenzare fortemente il sistema democratico americano.

Il controllo di aziende fondamentali come Tesla, SpaceX, Neuralink e The Boring Company rappresenta una  concentrazione di potere nelle mani di una sola persona che può rappresentare un rischio per l’ordine mondiale e per il funzionamento delle democrazie, specialmente se tale potere finisce per influenzare settori strategici come l’energia, i trasporti, la tecnologia spaziale e, potenzialmente, la biotecnologia. La sua influenza mediatica ha effetti tangibili sul comportamento delle masse, delle istituzioni e delle élite politiche. Le sue opinioni si traducono in azioni concrete che favoriscono determinati interessi economici o ideologici, creando squilibri di potere fino a distorcere il processo democratico e favorire politiche che presentano elementi reazionari al limite della legalità democratica.

Sarebbe ingenuo pensare che Donald Trump e il suo entourage non si rendano conto di aver imbarcato il personaggio più Orwelliano che sia mai apparso sulla scena politica ed imprenditoriale globale. La domanda che ci si può porre è se Trump abbia valutato costi e benefici di questa collaborazione e sia in grado di gestire il personaggio a suo favore senza essere fagogitato.

Nonostante la prassi politica americana preveda il sistema dello „spoils system”, una pratica politica che consiste nel rimpiazzare i funzionari governativi con persone fedeli al nuovo presidente o al suo partito, una volta che quest’ultimo prende il potere, il cosiddetto „deep state“, il potente apparato statale che manovra la macchina amministrativa rimane molto forte e determinato a contrastare spinte estremiste e antidemocratiche. Questo sarà uno dei maggiori ostacoli che si presenteranno al nuovo inquilino della Casa bianca. Ed è noto che proprio all’interno dell‘apparato amministrativo personaggi come Elon Musk siano osteggiati e considerati come soggetti alieni. Non è, pertanto, certo che continuare a seguire le pirotecniche trovate del geniale alleato sia per Trump una buona strategia. Un conto avere un personaggio eclettico e influente al proprio fianco durante la campagna elettorale, altro è farlo sedere sul divano dello studio ovale come da foto tarocca postata dallo stesso imprenditore sudafricano.

Donald Trump dovrà muoversi cercando da una parte di tenersi lontano dalla pletora di funzionari sopravvissuti allo „spoils system“ dall‘altra dovrà rimettere al suo posto l‘ingombrante alleato senza provocarne reazioni che potrebbero risultare particolarmente dannose per la nuova presidenza. Compito non facile per Trump anche se ha dalla sua una combinazione tonante come la maggioranza sia alla Camera che al Senato oltre alla maggioranza di membri conservatori alla Corte suprema. Le notizie che arrivano da Mar-a-Lago riportano di un Trump particolarmente determinato ad iniziare il suo secondo mandato con iniziative eclatanti specialmente sul tema immigrati, staremo a vedere se anche su questioni più spinose sarà in grado di tenere la barra dritta.

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