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Lockdown, gli americani alzano il gomito

In Usa l’aumento dei consumi di alcol verificatosi durante il primo anno di pandemia potrebbe causare oltre 8 mila decessi in più per malattie epatiche nei prossimi 20 anni.

È l’allarme lanciato da uno studio coordinato da ricercatori del Massachusetts General Hospital e pubblicato sulla rivista Hepatology.
“Dall’inizio della pandemia di coronavirus del 2019 negli Stati Uniti, il consumo di alcol è aumentato considerevolmente”, scrivono i ricercatori. “Gli studi hanno rilevato che la quantità di bevande medie al giorno consumate e gli episodi di consumo eccessivo sono aumentati del 29% e del 21% tra febbraio (prima che entrassero in vigore i lockdown) e novembre”.
Mettendo in relazione il rischio di malattie epatiche associato all’alcol a questo incremento dei consumi, il team ha cercato di comprendere quali potrebbero essere le conseguenze nel lungo termine.
Considerando uno scenario di 20 anni, l’incremento dei consumi dello scorso anno potrebbe produrre in USA 8 mila decessi in più per patologie alcol-correlate, 18.700 casi aggiuntivi di cirrosi e mille casi in più di cancro al fegato.
L’impatto potrebbe crescere ulteriormente se si protrarranno gli elevati consumi dello scorso anno. Gli effetti del consumo eccessivo di alcol durante la pandemia, però, potrebbero essere visibili già nel 2023, quando si potranno già verificare circa 100 morti aggiuntivi e 2.800 casi in più di cirrosi.
“Speriamo che la nostra ricerca possa aiutare a dare il via a un confronto a tutti i livelli della società su come possiamo rispondere ai numerosi cambiamenti comportamentali, affrontando i meccanismi e le scelte che hanno implicazioni a breve e lungo termine per la salute di persone, famiglie e comunità intere”, ha affermato il primo firmatario dello studio Jovan Julien.

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