La Camera americana, a maggioranza repubblicana, approva un provvedimento che prevede sanzioni per la Corte penale internazionale riguardo al mandato di arresto contro il premer israeliano Benyamin Netanyahu e il suo minisrtro della Difesa Yoav Gallant nonché tre leader di Hamas per i crimini di guerra commessi a Gaza. La misura è stata approvata con 247 voti a favore e 155 contrari e 42 democratici che hanno votato con i repubblicani per far passare il provvedimento.
L’iniziativa politica non rappresenta in alcun modo una novità. Il Presidente Biden è sempre stato stato un alleato stretto di Israele. Subito dopo la sentenza della Corte ha denunciato la richiesta di arresto dei suoi amici criminali affermando che “non c’è alcuna equivalenza tra Israele e Hamas”, e ha anche negato che Israele stia compiendo un genocidio.
Una politica adottata di recente – il National Security Memorandum 20 – richiede relazioni periodiche al Congresso sulle armi fornite dagli Stati Uniti ai Paesi impegnati in un conflitto armato attivo, per determinare se tali destinatari stiano commettendo violazioni alla legge internazionale sui diritti umani. Quest’anno Israele figura tra i sette Paesi che necessitano tali rapporti. Sebbene ci siano prove schiaccianti che l’esercito israeliano sia effettivamente colpevole di tali violazioni, il rapporto pubblicato questo mese dall’amministrazione Biden ha concluso che le prove non sono sufficienti a giustificare la riduzione delle vendite di armi ad Israele.
Al contrario, gli Stati Uniti hanno deciso di inviare ancore più armi, visto che il 14 maggio il Presidente ha notificato al Congresso un nuovo contributo di oltre 1 miliardo di dollari ad Israele. Un podcast di sinistra ha indicato Biden e i suoi tre consiglieri chiave come coloro che stanno bloccando qualsiasi riduzione delle armi o del sostegno militare a Israele: Il Segretario di Stato Antony Blinken, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan e Brett McGurk, coordinatore del Presidente per il Medio Oriente.
L’amministrazione Biden è ancora fedele alla speranza di un grande accordo israeliano con gli Stati autoritari del Golfo. Questa strategia degli “Accordi di Abramo”, che ha avuto inizio durante l’amministrazione Trump con il Bahrein e gli Emirati Arabi Uniti nel 2020, mira a garantire la stabilità in Medio Oriente, erigendo Israele e i potenti Stati arabi come gendarmi regionali, escludendo così i palestinesi.
Questo, unitamente al radicato sostegno della lobby dei finanziatori di Israele, implica che Biden e compagnia continuino ad aggrapparsi agli Accordi di Abramo. Per farlo, tuttavia, è necessario negare la realtà della guerra a Gaza. Come quattro topi volontariamente ciechi, Biden, Blinken, Sullivan e McGurk continuano a rincorrersi inutilmente, con Netanyahu che fa la parte della moglie del contadino nella classica filastrocca.
Zeb Larson e William Minter (Responsiblestatecraft)