La manovra è blindata. Ma forse non del tutto. La norma che taglia le pensioni di medici e statali, con il suo carico di proteste, è tornata sul tavolo del governo che non esclude un possibile intervento. Non c’è infatti solo da arginare la rabbia dei medici, che non arretrano sullo sciopero.
Ma c’è anche da valutare se sussista un profilo di incostituzionalità. Oltre al timore che la misura possa innescare una fuga dei dipendenti pubblici, con possibili contraccolpi non solo in corsia, ma anche per le pratiche del Pnrr aperte negli enti locali. Sul dossier è stato deciso un supplemento di indagine. “Si sta lavorando e sono in corso verifiche ulteriori, per trovare possibili soluzioni nell’ottica di un intervento complessivo”, fa sapere il ministro dei rapporti con il Parlamento Luca Ciriani in question time. “C’è tutta l’intenzione e l’interesse a cercare di rivedere la norma”, rassicura anche il ministro della Salute Orazio Schillaci in costante contatto con la ministra del lavoro Elvira Calderone.
Il sottosegretario Claudio Durigon, evidenziando come dietro tutto ci sia “un’incongruità che rischia di essere incostituzionale”, si spinge oltre: il governo, dice, sta lavorando perché la norma venga “espunta dalla manovra”.
“Siamo soddisfatti per l’apertura al dialogo da parte del ministro della Salute, attediamo una sua convocazione, ma lo sciopero proclamato per il 5 dicembre non può essere revocato senza segnali concreti e se non si passa dalle parole ai fatti. Potremmo revocarlo solo a fronte di una risposta concreta alle nostre richieste e le richieste sono, innanzitutto, la detassazione e l’aumento degli stipendi dei medici ed una azione concreta su assunzioni e tetti di spesa”. Lo afferma all’Ansa Pierino Di Silverio, segretario del sindacato dei medici ospedalieri Anaao-Assomed, che ha proclamato lo sciopero insieme al sindacato Cimo-Fesmed.
“C’è sempre stato un dialogo col ministro Schillaci, ma probabilmente – ha sottolineato Di Silverio – il problema non è il ministro; ci sono infatti discrepanze tra ciò che il ministro vuole fare e le oggettive possibilità e volontà del governo. Alla fine nella manovra c’è ben poco di quello che si chiede”. Secondo il leader sindacale, infatti, anche i soldi che sono stati messi per i contratti “sono stati parcellizzati destinandoli a tutto il comparto e rischiano di essere insufficienti per tutti”. Invece, “avevamo chiesto un segnale politico in termini di aumenti e detassazione, ma questo segnale nei confronti dei medici non è arrivato”. Inoltre, sottolinea anche Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed, “resta l’emergenza per il taglio delle pensioni e ci sono contraddizioni nelle varie dichiarazioni fatte ad oggi, attendiamo chiarimenti. Rimangono molti nodi da chiarire e su cui lavorare in modo concreto. Dunque, lo sciopero resta”.
Il contesto macroeconomico e le sfide del prossimo futuro intanto sono state al centro del primo faccia a faccia tra la premier Giorgia Meloni e il nuovo governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta. Il nuovo inquilino di via Nazionale si è insediato la scorsa settimana ma l’incontro è stato rinviato ad oggi per motivi di agenda (la premier era a Londra per il vertice sull’Intelligenza artificiale). Non si sarebbe trattato semplicemente di un saluto istituzionale, ma di un primo confronto su parecchi temi, per porre le basi per una stagione di scambio e collaborazione.