La Procura di Trapani ha chiesto al Gup il non luogo a procedere per tutti gli imputati del caso Iuventa, la nave umanitaria tedesca che si occupa di salvataggio in mare. Secondo la Procura “il fatto non costituisce reato” e per questo ha richiesto anche la restituzione della nave di soccorso sequestrata nel 2017. L’accusa, scattata sette anni fa, nei confronti dell’ong era quella di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ad oggi però sembra che non ci siano elementi per procedere. Soddisfazione è stata espressa dai membri dell’equipaggio. “La richiesta non è vincolante per il giudice, ma è un passo nella giusta direzione – sottolinea l’ong in un tweet -. Che in questi anni siano stati spesi 3 milioni di euro di denaro pubblico per perseguire persone che salvano vite umane è ancora una vergogna”..
In particolare, Francesca Cancellaro, legale della Iuventa, ha criticato l’approccio generale: “Siamo soddisfatti del ripensamento della Procura dopo 7 anni. Ma uno Stato di diritto non funziona così. Le accuse dovrebbero essere formulate solo dopo un’indagine approfondita e raccolta di tutte le prove disponibili. Avviare un processo senza una base adeguata è ingiusto e impone un onere eccessivo agli imputati.”
Anche Amnesty international che ha supportato l’organizzazione in questi anni si dice soddisfatta: “Il pubblico ministero ha chiesto il non luogo a procedere, ossia la caduta delle accuse, e il dissequestro e la restituzione agli aventi diritto della motonave e eventuali ulteriori beni” sottolinea.
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