Nel 2023 sono stati celebrati in Italia 184.207 matrimoni, il 2,6 per cento in meno rispetto al 2022: il calo è stato più consistente nel Mezzogiorno (-5,8 per cento) rispetto al Nord (-0,3 per cento), in posizione intermedia il Centro (-1,3 per cento).
I matrimoni religiosi presentano un calo consistente rispetto all’anno precedente (-8,2%), accentuando una tendenza alla diminuzione già in atto da tempo, tanto che sei su dieci (il 58,9% dei matrimoni) sono stati celebrati con rito civile. Lo rileva l’Istat nel report ‘matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi’ per il 2023.
Il dato sui matrimoni civili è in continuità con il valore dell’anno precedente (56,4%) e in linea con l’aumento tendenziale osservato nel periodo pre-pandemico (52,6% nel 2019). Nel 2020 c’era stato un vero e proprio boom, con oltre il 70% dei matrimoni con rito civile, che l’Istat spiega come “un’eccezione, determinata dalle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria che hanno colpito soprattutto le celebrazioni con rito religioso”.
Le 3.019 unioni civili tra coppie dello stesso sesso costituite presso gli Uffici di Stato Civile dei Comuni italiani nel 2023 evidenziano un aumento rispetto all’anno precedente del 7,3%: lo rileva l’Istat in un report su matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi. I dati provvisori dei primi otto mesi del 2024, segnano però una parziale inversione di tendenza, con un calo del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2023.Si conferma anche nel 2023 la prevalenza di unioni tra uomini (1.694 unioni, il 56,1% del totale), stabili rispetto all’anno precedente (56,7%). Il 35,5% delle unioni civili è nel Nord-ovest, seguito dal Centro (24,3%). Tra le regioni, in testa si posiziona la Lombardia con il 23,5%; seguono il Lazio (13,3%) e l’Emilia-Romagna (10,4%).Le unioni civili con almeno un partner straniero sono il 17,0%; nel Centro si attestano al 18,1%, nel Nord al 17,4% mentre nel Mezzogiorno sono il 14,4%. (LaPresse)
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