Il piano degli Stati Uniti per portare aiuti a Gaza con la costruzione di un porto temporaneo distrae dal vero problema: la campagna militare indiscriminata e sproporzionata e l’assedio punitivo portato avanti da Israele. Il cibo, l’acqua e le forniture mediche di cui la popolazione di Gaza ha un disperato bisogno si trovano appena oltre il confine. Israele deve facilitare e non bloccare il flusso degli aiuti. Non si tratta di un problema logistico, ma politico. Gli Stati Uniti, l’Italia nel suo ruolo di presidente di turno del G7 e gli altri sostenitori del piano, dovrebbero insistere sull’accesso umanitario immediato utilizzando i punti di ingresso già esistenti.
Ribadiamo il nostro appello per un cessate il fuoco immediato e duraturo per fermare l’uccisione di altre migliaia di civili e consentire la consegna di aiuti umanitari disperatamente necessari.
Stefano Di Carlo, direttore generale di Medici Senza Frontiere
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