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Primo maggio, festa dei lavoratori U24

Garanzia-Giovani-ContestChi ha superato il mezzo secolo si può anche impiccare, ma per i “pischelli” arriva qualche speranza di sfangarla. Le nuove azioni a sostegno del lavoro dei giovani in Italia partiranno, infatti,  il primo maggio. Lo annuncia il sottosegretario per il Lavoro e le politiche sociali, Teresa Bellanova, in occasione della conferenza “Garanzia giovani: rendiamola una realtà” organizzata dalla Commissione europea a Bruxelles.

Il nostro Paese mobiliterà complessivamente oltre 1,5 miliardi di euro in due anni per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro dei giovani di età compresa tra i i 15 e i 24 anni, e non è escluso che si possa estendere l’azione di governo fino anche agli under 30. Il nostro paese avrà a disposizione 567,5 milioni di euro attravero la Garanzia giovani, il capitolo di bilancio europeo interamente dedicato alle politiche di contrasto alla disoccupazione giovanile. Altri 567,5 milioni arriveranno attraverso il Fondo sociale europeo, e la restante parte (378 milioni) sarà co-finanziata al 40% dallo Stato. “Le risorse saranno allocate alle Regioni in base ai livello percentuale di disoccupazione giovanile”, spiega Bellanova. Chi ha più disoccupati ha di più: questa la proporzione del governo.

L’1 maggio si comincia con l’attivazione del portale on-line “Garanzia giovani”, oggi solo un blog tematico. Nella intenzione e nei piani del governo tutti gli under 25 potranno registrarsi sul portare e immettere dati e curriculum. Una volta inseriti i dati “centri per l’impiego e strutture private” contatteranno i ragazzi e insieme a loro metteranno a punto il profilo professionale costruendo curricula mirati.

Oggi, lamentano a Bruxelles, un grande problema è il mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro: in pratica le aziende fanno fatica a trovare il personale di cui hanno bisogno. “Noi vogliamo favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro sviluppando al meglio il profilo del candidato”, spiega ancora Bellanova. Questo è solo il primo passo: una volta definiti i profili dei candidati, questi saranno diffusi tra settore pubblico e settore privato per selezionare personale per tirocini o contratti di lavoro. La grandissima parte delle risorse (1,4 miliardi su 1,5) sarà gestita dalle Regioni, in quanto a loro spetterà di occupare giovani sul territorio.

Il ministero del Lavoro e il ministero per l’Istruzione e l’Università (Miur) opereranno una funzione di controllo e di supervisione per sincerarsi che tutto proceda secondo programma e che il mondo del lavoro attragga i giovani. “La verifica sarà quotidiana, come quotidiana sarà il controllo del numero dei giovani che si registrano sul portale”. Una verifica così capillare, precisa il sottosegretario per il Lavoro, si spiega per due motivi: da una parte la Commissione europea controllerà a sua volta come l’Italia attuerà le azioni per cui il paese riceverà fondi comunitari, e dall’altra parte “per l’Italia e per questo governo questa è una scommessa fondamentale”. Non è un mistero, ricorda Bellanova, che “quanto il governo Renzi stia puntando su questo, sul dare risposte concrete ai giovani”. Un primo rendiconto verrà offerto a quattro mesi dall’avvio del programma (1 agosto), dato che la Garanzia giovani prevede che si offrano tirocini o contratti di lavoro entro 4 mesi dalla fine degli studi.

Bellanova è fiduciosa. Il governo ha appena sottoscritto protocolli d’intesa con Finmeccanica e Confindustria per rendere operative le misure, e “contiamo di stipularne altri con altre principali imprese italiane”. Nel piano rientrano anche Veneto e provincia autonoma di Trento, entità locali dove la soglia di disoccupazione giovanile è appena al di sotto del 25%, livello minimo per avvalersi del programma europeo. “Abbiamo introdotto una clausola di flessibilità”, rileva Salvatore Pirrone, direttore generale del ministero del Lavoro.

Alla fine solo la provincia autonoma di Bolzano non verrà toccata dalle azioni nazionali per attuare la Garanzia giovani. La flessibilità introdotta si spiega con “la situazione complessa” dell’Italia. “Il nostro – ricorda Pirrone – è il quarto paese dell’Ue per tasso di disoccupazione giovanile, dove peraltro è cresciuto ancora negli ultimi anni. Il rischio è di vedere una generazione di entrare tardi, forse troppo tardi, nel mercato del lavoro e perdere competenze prima ancora di entrare”.

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