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Proteste contro aiuti a Gaza, arresti a valico Nitzana. Bambini palestinesi feriti al Bambino Gesù di Roma. Samir Al Qaryouti: “Intravedo area strana di speculazione”

Diverse manifestanti sono stati arrestati dalla polizia israeliana durante scontri al valico di Kerem Shalom, mentre tentavano di bloccare l’ingresso a Gaza dei camion con gli aiuti umanitari. Non è chiaro quanti siano i fermati: secondo la stampa locale, sono tra i 18 e i 40. L’area è stata dichiarata ‘zona militare chiusa’ dalle forze armate (Idf) proprio per impedire le proteste che negli ultimi giorni hanno bloccato il valico, chiedendo che gli aiuti siano bloccati fino alla liberazione degli ostaggi. Manifestazioni analoghe sono state inscenate anche al valico di Nitzana, tra Israele ed Egitto, e anche quella zona e’ stata dichiarata zona militare chiusa dall’Idf.

La campagna di arresti è stata accompagnata da diffusi abusi, gravi percosse e minacce contro i detenuti e le loro famiglie, nonché dall’uso di un cittadino come scudo umano nel campo di Qalandiya, oltre a diffusi sabotaggi e distruzioni delle case dei cittadini e all’arresto di un gruppo di cittadini come ostaggi.

Si calcola che il numero totale di arresti dopo il 7 ottobre sia salito a circa (6.420) casi, e questo totale include donne e minori.

Borrell: “Ruolo Unrwa insostituibile, va preservato”

“È fondamentale preservare il ruolo insostituibile di Unrwa nella fornitura di aiuti umanitari a Gaza, come sottolineato dal coordinatore delle Nazioni Unite, Kaag. L’ambasciatore americano all’Onu lo ha detto bene: anche se è necessaria un’indagine, non dobbiamo lasciare che le accuse offuscano l’indispensabile e grandioso lavoro dell’Unrwa”. Lo scrive su X l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell.

Palestinians argue with Israeli soldiers during a June 19, 2020, protest near Hebron, West Bank. Three retired Christian leaders released a new statement amid growing tensions over Israel’s U.S.-sanctioned bid to officially annex parts of the West Bank, including the Jordan Valley. (CNS photo/Mussa Qawasma, Reuters) See HOLY-LAND-JUSTICE June 23, 2020.

 

Samir Al Qaryouti
Leggo in arabo e in italiano qualcosa sui bambini palestinesi feriti portati al Bambino Gesù di Roma. Intravedo area strana di speculazione.
Faccio notare che ci sono migliaia di bambini nella striscia di Gaza attualmente feriti e senza cure.
Gaza ha bisogno di una decisione internazionale , per fermare l’aggressione israeliana e permettere ai medici palestinesi di lavorare e salvare le vite dei loro concittadini.

 

La liberazione di tutti i civili tenuti da Hamas a Gaza durante un primo cessate il fuoco di sei settimane. La scarcerazione di tre detenuti palestinesi – e non di 100-250 come riportato da diversi media nei giorni scorsi – per ogni ostaggio israeliano che sarà rilasciato. Infine, un riposizionamento temporaneo delle truppe israeliane lontano dalle aree più popolate di Gaza e un significativo aumento del flusso di aiuti umanitari nell’enclave. Sono i punti fondamentali della bozza di accordo proposta dai Paesi mediatori ovvero Stati Uniti, Egitto e Qatar, accettati in linea di principio da Israele e che Hamas sta ancora valutando, secondo funzionari a conoscenza dei negoziati.

Nel documento di due o tre pagine si parla quindi di pause successive alla prima tregua di sei settimane, durante le quali verrebbero rilasciati i militari israeliani e i corpi degli ostaggi morti in prigionia, nella speranza dei negoziatori che ulteriori proroghe possano portare a una cessazione permanente dei combattimenti che vanno avanti ormai da quattro mesi. Secondo Israele, a Gaza si contano ancora 109 ostaggi, tra cui anziani, bambini e alcuni americani, insieme ai corpi di 27 persone.

La cornice dell’intesa, che l’Egitto ha trasmesso ai leader di Hamas che si ritiene si trovino ancora nella Striscia, è stata finalizzata domenica a Parigi alla presenza del capo del Mossad, David Barnea, di quello dello Shin Bet, Ronen Bar, del direttore della Cia, William Burns, del capo dell’intelligence egiziana, Abbas Kamel e del primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani. Quest’ultimo, al termine dei negoziati nella capitale francese, è volato a Washington per incontrare il segretario di Stato, Antony Blinken, ed il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan. Secondo una dichiarazione della Casa Bianca rilasciata al termine dei colloqui, Sullivan “ha auspicato che Hamas faccia tutti gli sforzi possibili per garantire il rilascio degli ostaggi senza indugio”.

 

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