Attualità

Ritirato il passaporto alle mucche

Dal primo di maggio non è più obbligatorio per gli uffici veterinari procedere al rilascio del documento di riconoscimento all’atto dell’iscrizione dei capi alla Banca dati nazionale.

Un passo in avanti importante nei rapporti tra i cittadini, in questo caso gli allevatori, e la pubblica amministrazione grazie soprattutto
ad uno sforzo concreto e continuo verso l’innovazione tecnologica di cui finalmente si cominciano a raccogliere i frutti. Una semplificazione amministrativa che migliora anche la tracciabilità in un settore, quello dell’allevamento dei bovini, fondamentale per l’economia italiana, che
conta un patrimonio zootecnico di quasi sei milioni di capi, per un totale di circa 137mila aziende.

Nello specifico, il sistema anagrafico messo a punto dal Ministero della salute e riconosciuto pienamente operativo dall’Ue, consente oggi di procedere all’eliminazione dell’obbligo di rilascio della documentazione cartacea per gli esemplari nati in Italia dopo il primo maggio 2015 e movimentati sul territorio nazionale.

Già a partire dal Regolamento (Ce) n. 820/97, la normativa europea aveva previsto la possibilità, per gli Stati membri dotati di una banca dati informatizzata e riconosciuta operativa dall’Ue, di rilasciare il passaporto unicamente per gli animali destinati a scambi intracomunitari e ad
esportazione verso Paesi terzi. La Banca dati nazionale italiana ha ottenuto tale riconoscimento con Decisione della Commissione
del 13 febbraio 2006 (Decisione 2006/132/Ce).

Inoltre, fino ad oggi il passaporto rispondeva alla funzione di certificare la corretta iscrizione degli animali alla Banca dati nazionale
delle anagrafi zootecniche e a garantire le relative informazioni anagrafiche, i dati dell’allevamento di nascita, i passaggi di proprietà e gli spostamenti. Poiché queste informazioni sono ora contenute all’interno della stessa Banca dati informatizzata, procedere al rilascio del documento di identificazione sarebbe evidentemente superfluo.

L’obbligo di emissione resta in vigore per i bovini e i bufalini destinati a scambi intracomunitari o esportati verso Paesi Terzi.
Tuttavia, la normativa europea più recente (Regolamento (Ce) n. 1760/2000 come modificato dal Regolamento (Ue) n. 653/2014) ha confermato, per tutti quegli Stati membri che dimostreranno di avere banche dati informatizzate a norma degli articoli 14 e 18 della Direttiva 64/432/Cee del Consiglio, come modificata dalla Direttiva 2014/64/Ue del Parlamento europeo e del Consiglio, la possibilità di eliminare il passaporto anche per gli animali destinati a scambi intracomunitari, non appena lo scambio elettronico di dati tra le banche dati nazionali (progetto pilota Bovex) sarà diventato pienamente operativo.

Andrea Nebbiai e Luigi Ruocco , Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari, Ministero della salute.

Condividi