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Striscia Gaza, raid IDF a Rafah: quattro morti e sedici feriti. Droni Hezbollah a sud del Libano

Quattro persone morte e 16 ferite a seguito di un bombardamento israeliano notturno su una casa residenziale nel quartiere di Tal al-Sultan, a ovest della città di Rafah. È quanto riporta Al Jazeera. Elicotteri da combattimento israeliani hanno lanciato missili verso il quartiere al-Zaytoun, a sud di Gaza City, dove sono stati segnalati anche colpi di artiglieria e spari provenienti da veicoli militari israeliani in avanzamento. Anche il quartiere al-Sabra, a sud di Gaza City sarebbe stato bombardato nella notte.
Sempre l’emittente araba Al Jazeera riporta che il gruppo armato islamista del Libano ha preso di mira varie postazioni israeliane oltre il confine, compresi gli edifici che ospitano le truppe nelle città di Manara, Metula e Shlomi. Hezbollah avrebbe usato droni kamikaze anche per prendere di mira le attrezzature di spionaggio sul lato orientale del confine. Da parte sua, Israele ha affermato di aver colpito obiettivi Hezbollah nel sud del Libano.

Moltissimi gli eventi che hanno caratterizzato la giornata dell’8 maggio nel conflitto Israele -Hamas che fanno comprendere che almeno per tutta l’estate ci sarà un conflitto molto acceso tra le parti. 

Dagli Stati Uniti si apprende che oltre a ritardare le consegne dei kit di bombe guidate JDAM 6.500, l’amministrazione Biden sta anche ritardando la consegna di bombe SDB avanzate per inviare un “messaggio” tra le preoccupazioni di Washington riguardo alle politiche di Israele nella Striscia di Gaza, riferisce Politico.

Il Pentagono ha annunciato il completamento della costruzione di un “molo umanitario” a Gaza. Ieri in Israele è arrivato il direttore della CIA Burns per incontrare gli alti funzionari israeliani e Benjamin Netanyahu. Il report del Dipartimento di Stato americano, che avrebbe dovuto stabilire se Israele ha violato il diritto internazionale nella guerra di Gaza, è stata rinviata a tempo indeterminato. 

Gli avvocati olandesi hanno presentato una richiesta alla Corte penale internazionale per emettere mandati di arresto per Benjamin Netanyahu e funzionari israeliani.

Il Giornale Israel Today per voce dell’analista militare Yoav Limor: “Dal momento in cui Hamas ha annunciato il suo accordo sui termini del cessate il fuoco, la pressione si è spostata sul governo israeliano affinché anche lui accettasse i termini, e le famiglie dei detenuti lo hanno chiarito per ultime. Questa notte intensificheranno le proteste ed è probabile che otterranno un ampio sostegno popolare, che Hamas spera si tradurrà in ulteriori concessioni da parte di Israele”.

In risposta il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione: “La scorsa notte, con l’approvazione del Gabinetto di Guerra, ho ordinato un’azione a Rafah. Poche ore dopo, le nostre forze hanno issato bandiere israeliane al checkpoint di Rafah e hanno rimosso le bandiere di Hamas. L’ingresso a Rafah ha due scopi militari principali: il ritorno dei rapiti e la distruzione di Hamas”.

Nesso dei due obiettivi è stato conseguito al momento. Il Portavoce del governo israeliano l’8 maggio ha rincarato la dose: “Israele” non accetterà di porre fine alla guerra a Gaza e di lasciare Hamas al potere. Un UAV di tipo Sky Rider è stato scoperto oggi nell’area di Kfar Saba, l’IDF ha fatto sapere che non ci sono preoccupazioni riguardo a una violazione della sicurezza e non ci sono timori di fuga di informazioni. 

Una fonte da Hamas ad Al-Arabia ha fatto sapere che “il primo round di negoziati si è concluso al Cairo, e Netanyahu ha riportato tutto all’inizio e sta cercando di guadagnare tempo. Il movimento studierà la sua posizione dopo questo ciclo di negoziati e le cose non saranno più come prima dell’invasione di Rafah. Bisogna far sapere alle famiglie dei prigionieri israeliani che l’attuale ciclo di negoziati potrebbe essere l’ultima opportunità per restituire i propri figli”.

Da Rafah fonti mediche palestinesi fanno sapere che l’ospedale Abu Youssef Al-Najjar è fuori servizio dopo l’attacco di Israele alle regioni orientali di Rafah alla luce delle deboli capacità mediche della città. Medici senza frontiere:” Abbiamo iniziato a evacuare i pazienti in grado di camminare dall’ospedale del campo indonesiano. L’attacco a Rafah avrà effetti catastrofici su più di un milione di persone e impedirà l’accesso ad alcuni ospedali vulnerabili alla distruzione”.

La portaerei americana Eisenhower e il cacciatorpediniere Greeley hanno effettuato una rapida operazione di rifornimento nella baia di Souda, sull’isola greca di Creta, dopo aver esaurito le munizioni nel Mar Rosso. Il ritorno della portaerei statunitense “Eisenhower” nel Mar Rosso, dopo il riarmo, avviene alla luce della crisi missilistica nello Yemen di cui non si vede la fine, e dell’intelligence americana che avverte che il conflitto potrebbe continuare per un po’.

La Marina americana ha speso quasi 1 miliardo di dollari in missili per contrastare le minacce provenienti dallo Yemen, una cifra che evidenzia il crescente costo finanziario nel Mar Rosso e la necessità per le navi della Marina di rifornire le proprie munizioni.

Il ministro degli Esteri iraniano Abdullahian ha dichiarato che: “Iran ed Egitto sono interessati a riprendere le relazioni diplomatiche tra loro. Ho parlato con il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shehri e stiamo sviluppando una tabella di marcia per riprendere le relazioni.”

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