Dalle mani dei latifondisti a quelle dei piccoli agricoltori: le terre di sei grandi aziende agricole della regione di Tanga, nell’est della Tanzania, saranno redistribuite tra le famiglie della zona. Il governo centrale – legalmente proprietario di tutta la terra – ha infatti deciso di revocare le concessioni già accordate ai precedenti proprietari perché i campi erano stati lasciati improduttivi.
Questa decisione, secondo le autorità, è solo la prima di una serie, con lo scopo di ridurre i conflitti legati alla proprietà fondiaria e permettere lo sviluppo delle terre inutilizzate.
Negli ultimi giorni la Tanzania era tornata al centro dell’attenzione di gruppi di attivisti per la possibilità che 40.000 Maasai fossero allontanati dall’area di Loliondo per far posto a una riserva di caccia.
Secondo Avaaz, ai Masai sarebbero stati infatti offerti meno di 150 dollari a testa per lasciare le proprie terre, nei pressi del celebre parco naturale del Serengeti: quello che le autorità hanno in passato definito un “corridoio faunistico” si estende per circa 1500 chilometri quadrati. Se l’operazione fosse finalizzata questi entrerebbero nella piena disponibilità della Ortelo Business Corporation, compagnia di safari fondata da un ex ministro emiratino legato alla famiglia reale.
Già in passato Avaaz aveva organizzato una mobilitazione globale a favore dei Masai di Loliondo, riuscendo tra l’altro a raccogliere un milione e 700.000 firme contro il progetto degli sceicchi e del governo tanzaniano. Quest’ultimo, in risposta, aveva accantonato il piano nel settembre 2013. Ora c’è l’intenzione di riprenderlo, sostiene Avaaz. Secondo il direttore delle campagne dell’organizzazione, Alex Wilks, una scelta simile sarebbe “disastrosa per la reputazione della Tanzania, per la selvaggina e per i Masai”.