Tre lavoratori, tutti morti mentre erano al lavoro. Gli incidenti si sono verificati nel giro di pochissime ore, a partire dalla notte. A Pordenone un ragazzo di 22 anni, Daniel Tafa, è stato trafitto da una scheggia di acciaio incandescente durante il suo turno, mentre Nicola Sicignano, 50 anni, è deceduto a Sant’Antonio Abate, in provincia di Napoli, incastrato con il braccio e la testa nel nastro trasportatore nella ditta di smaltimento rifiuti. Infine in Umbria un operaio di 38 anni è stato ucciso da un mezzo pesante mentre stava lavorando sulla carreggiata nord dell’Autosole nel tratto compreso tra Orvieto e Fabro. Era dipendente di una società del posto impegnata in interventi di manutenzione in autostrada.
La vittima a Napoli – L’area è stata sequestrata e sono in corso le indagini dei carabinieri di Castellammare di Stabia, del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata con la collaborazione dei militari dell’Arma del nucleo Ispettorato del Lavoro e dell’Asl di Napoli. A constatare il decesso di Sicignano, nato a Vico Equense e residente a Gragnano, è stato il 118. Regolarmente assunto dalla SB Ecology srl, l’operaio era sposato e aveva due figli: un ragazzo di 15 e una ragazza appena maggiorenne. Sulla salma messa sotto sequestro dagli inquirenti sarà eseguito l’esame autoptico su disposizione dalla procura di Torre Annunziata che sta coordinando le indagini del carabinieri.
Schlein: “Il governo ci ascolti” – Pochissime le reazioni del mondo politico. Qualche dichiarazione da parte di Avs e un commento del governatore del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga. Poi è arrivata una nota di Elly Schlein: “Tre morti sul lavoro in poche ore. E sono solo gli ultimi tre. Non è più possibile parlare di incidenti di fronte a questa strage senza fine”, ha detto la segretaria del Pd. “Ed è inaccettabile morire di lavoro in questo modo: abbiamo da tempo offerto la nostra disponibilità al governo per agire con efficacia ma finora non abbiamo mai avuto riscontri – ha ricordato – Occorre agire su diversi fronti: aumentare la sicurezza sul lavoro, assumere più ispettori per rendere più efficaci i controlli, più responsabilità per i datori e più formazione per i lavoratori. E bisogna contrastare precarietà e subappalti a cascata che rendono il lavoro meno sicuro. Questa deve essere una priorità per tutti, politica e istituzioni”.
Tra le due e le tre vittime al giorno per lavoro.
Nel 2024 sono state 797 le vittime, quei decessi che i dati Inail classificano “in occasione di lavoro” e che vengono ormai distinti da quelli avvenuti “in itinere”, ovvero nel tragitto tra l’abitazione e il luogo di lavoro.
In quest’ultimo caso si contano altri 280 infortuni mortali nel corso del 2024, sempre sulla base delle denunce presentate all’istituto.
Considerando entrambe le modalità, il totale supera le mille vittime in un anno.
In entrambi i casi si registra comunque un aumento delle denunce sul 2023, rispettivamente dello 0,9% per le vittime sul lavoro (rispetto alle 790 nel 2023) e del 17,2% per quelle in itinere (dalle 239 nel 2023). Anche i dati mensili di gennaio scorso, gli ultimi disponibili dell’Inail, indicano un aumento delle denunce dei casi mortali: 45 in occasione di lavoro (+36,4% rispetto alle 33 di gennaio 2024) e 14 in itinere (+16,7% rispetto alle 12 registrate a inizio dell’anno scorso).
