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Ucraina: “Abbattuti 21 dei 28 droni suicidi lanciati da forze Russia”. Per Usa e Gb sono coreani, Kiev non si sbilancia

Le forze di difesa aerea dell’Ucraina hanno abbattuto 21 dei 28 droni suicidi Shahed lanciati dalle forze russe contro il territorio ucraino la notte scorsa. A riferirne sono state questa mattina le forze aeree del paese citate dal ‘Kyiv Independent’. Sette droni sono stati abbattuti su Dnipro nella tarda serata di ieri, stando al governatore dell’oblast di Dnipropetrovsk, Serhii Lysak. Un edificio è andato in fiamme durante l’attacco e sei persone sono state soccorse ed evacuate. Altri due edifici hanno riportato danni mentre quattro auto risultano distrutte. Le difese aeree hanno risposto alle incursioni in nottata anche sugli oblast di Zaporizhzhia, Mykolaiv, Odessa, Kirovohrad, Vinnytsia e Cherkasy. Gli attacchi russi sulla regione di Kherson avrebbe invece provocato la morte di una donna e il ferimento di un’altra. Ad annunciarlo su Telegram è stato oggi il governatore regionale di Kherson, Oleksandr Prokudin, che in un precedente aggiornamento aveva parlato di cinque feriti.

Si apre intanto il dibattito sulla fabbricazione dei missili. Gli Usa si dicono sicuri sul marchio coreano, la Gran Bretagna anche, visto che il Segretario della Difesa Grant Shapps ha assicurato, come riporta il quotidiano statunitense Politico che la Corea del Nord “pagherà un prezzo alto”. Un po’ a sorpresa,invece, sono gli stessi ucraini a frenare, dicendo che le indagini sui frammenti recuperati a Kharkiv devono essere ancora ultimate. L’unica cosa di cui sono sicuri è che il missile su cui stanno lavorando “è un qualche tipo di Iskander” (ovvero un missile balistico a corto raggio), ma che tipo e prodotto dove non è ancora chiaro.

“Un’occhiata alle foto che sono venute fuori – spiega Francesco Dall’Aglio su Telegram – non chiarisce i dubbi, ma sembrerebbe effettivamente indirizzare verso la Corea del Nord. Ad ogni modo la questione non riveste troppa importanza dal punto di vista militare. Il “Kimskander” ha una gittata leggermente superiore a quella di un Iskander (450-600 km), ma una testata più piccola (500 kg contro 600-800 kg), quindi non è un “gamechanger”. Sarebbe casomai interessante capire -aggiunge Dall’Aglio- se la Corea del Nord (sempre ammesso che quelli siano davvero nordcoreani) ha fornito anche i lanciatori, oltre che i missili, ma alla fine si tratta, per la Russia, soltanto di una questione economica”.

Sempre il prof. Francesco Dall’Aglio: “Ciò che invece preoccupa davvero gli Usa, e in subordine la Gran Bretagna, è un’altra cosa, al di là del materiale da propaganda del tipo “asse del male”, “consorzio dei tiranni” e “Russia ridotta a mendicare missili dalla Corea del Nord”. Ed è una preoccupazione legittima. Finora Kim si è limitato a tirare missili in mare, ma non li ha mai testati su bersagli reali e contro difese antiaeree ben strutturate. E per capire se un sistema d’arma funziona davvero, e non solo in esercitazione, ci vuole soltanto una guerra. Alla Corea torneranno indietro un bel po’ di informazioni molto importanti per capire cosa non va e prendere provvedimenti e la cosa, appunto, è preoccupante. Con l’anno nuovo il discorso bellico nella regione è salito di tono, tra Xi Jinping che ha detto che la riunificazione della Cina (ovvero l’annessione di Taiwan) è “una necessità storica” e Kim che ha dichiarato che la riunificazione delle due Coree in modo pacifico non è più un’ipotesi possibile, che una guerra nella regione potrebbe scoppiare in qualsiasi momento, e che le forze di deterrenza nucleare nordcoreane sono pronte a rispondere a qualsiasi azione militare statunitense o sudcoreana. E per non farci mancare niente, ieri la Corea del Nord ha sparato duecento proiettili d’artiglieria in direzione dell’isola Yeonpyeong. La Corea del Sud ha risposto con 400 colpi in direzione nord, ai quali sono seguiti altri 60 colpi nordcoreani. Raramente queste cose vanno a finire bene”.

Danimarca  rinvia per 6 mesi la consegna degli aerei da guerra F-16 da inviare in Ucraina.

Secondo la notizia del quotidiano Berlingske in Danimarca, basate sulla dichiarazione del Ministero della Difesa del paese, sono stati riportati gli ultimi sviluppi riguardanti gli F-16 da inviare in Ucraina.

Nella notizia si e’ notato che  ci sarebbe stato un ritardo di 6 mesi nella consegna dell’aereo donato dalla Danimarca all’Ucraina e che il Ministero della Difesa ha annunciato che tra i fattori figuravano l’addestramento dei piloti ucraini, lo stato dell’equipaggiamento e le condizioni meteorologiche. incidendo sui ritardi.

La notizia ha sottolineato che la data di consegna dipende dall’adempimento di varie condizioni, come il completamento con successo dell’addestramento dei piloti ucraini e l’Ucraina che dispone di logistica e infrastrutture sufficienti per la manutenzione degli F-16, ed è stato osservato che alcune condizioni per la consegna non sono ancora stati soddisfatti. La consegna degli aerei da guerra, che normalmente dovrebbero essere consegnati dopo il nuovo anno, potrebbe così avvenire nel secondo trimestre del 2024.

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